Terrorismo:De Kerchove, legge Ue su 'fighters' segnale forte

(ANSA) - BRUXELLES, 4 DIC - Una legge Ue per perseguire penalmente i "foreign fighters" (gli europei che combattono in aree di crisi); una maggiore collaborazione con i Paesi del Mediterraneo per la raccolta di prove; lo sviluppo di programmi di de-radicalizzazione come alternativa alla prigione: sono i tre spunti di riflessione che il coordinatore antiterrorismo Ue Gilles De Kerchove ha portato al tavolo dei ministri della Giustizia Ue, riuniti in consiglio. "Una legge Ue sui fighters sarebbe un segnale forte", spiega De Kerchove. "A settembre l'Onu ha adottato una risoluzione affinché tutti gli Stati che ne fanno parte prevedano come penalmente perseguibili coloro che si recano all'estero per ricevere addestramento e combattere, come avviene con Siria e Iraq - spiega De Kerchove -. Avere una legislazione Ue che armonizzi i comportamenti dei 28 su questo, assicurerebbe un'attuazione efficace, invierebbe un segnale forte, eviterebbe gap, e costituirebbe un punto di riferimento comune".

Il coordinatore anti-terrorismo evidenzia anche la difficoltà nella raccolta delle prove dell'attività dei 'foreign fighters'.

"Se non siamo in Siria, come facciamo a provare che quella persona era con l'Isis? Per questo - dice - dobbiamo accrescere la cooperazione giudiziaria con Paesi del Mediterraneo come Turchia ed Egitto, (dove sono appena stato)".

Ma secondo De Kerchove c'è anche la necessità di sviluppare programmi di de-radicalizzazione e reintegro nella società, come alternativa alla prigione. "Sappiamo infatti come le prigioni siano grandi incubatori, con l'effetto che la radicalizzazione si potrebbe approfondire e peggiorare, e persino espandere.

Dobbiamo mandare in prigione quelli che sono stati veramente tra le fila del terrorismo, ma dobbiamo disegnare anche un'alternativa, un secondo binario, e vorremmo che la Commissione sostenesse gli Stati nell'organizzazione di questi programmi".