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Fumata nera sulla tregua, Netanyahu: 'Hamas non vuole l'intesa, non accettiamo diktat'

Fumata nera sulla tregua, Netanyahu: 'Hamas non vuole l'intesa, non accettiamo diktat'

Israele: 'Presto entreremo a Rafah'. Biden sospende l'invio di munizioni

WASHINGTON, 06 maggio 2024, 08:25

Redazione ANSA

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Israele a Hamas,  'accordo in una settimana o entriamo a Rafah ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

Si è conclusa con un nulla di fatto e un rimpallo delle responsabilità anche la seconda giornata di trattative in corso al Cairo per una tregua su Gaza e il rilascio degli ostaggi israeliani in mano ad Hamas, nonostante l'ottimismo dei giorni scorsi. I colloqui riprenderanno martedì. Intanto Israele annuncia: "presto entreremo a Rafah", nel sud della Striscia.

La delegazione dei negoziatori di Hamas è ripartita per Doha poiché l'incontro con i mediatori egiziani al Cairo sulla tregua è "terminato", ha detto all'Afp un esponente del movimento islamico palestinese. "L'incontro con il ministro egiziano dell'Intelligence è terminato, la delegazione di Hamas partirà per Doha per proseguire le consultazioni" con i leader del movimento, ha dichiarato l'esponente che ha chiesto l'anonimato. Le speranze di una tregua imminente tra Israele e Hamas si sono affievolite negli ultimi giorni, con le due parti che hanno mostrato posizioni inconciliabili, in particolare riguardo ad un cessate il fuoco permanente nella Striscia di Gaza. Una delegazione di Hamas tornerà martedì in Egitto per riprendere i negoziati sulla tregua a Gaza. Lo riferiscono i media egiziani.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha "incoraggiato" oggi il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu a "completare" i negoziati attualmente in corso con Hamas in vista di una tregua a Gaza e del rilascio degli ostaggi detenuti nel territorio palestinese. Lo si legge in un comunicato dell'Eliseo. Il capo dello Stato francese, che "ha parlato al telefono" con Netanyahu e lo "ha incoraggiato a portare avanti questi negoziati che potrebbero condurre al rilascio degli ostaggi, alla protezione dei civili attraverso un cessate il fuoco e una de-escalation regionale", si legge nella nota.

"E' Hamas che impedisce un accordo per il rilascio degli ostaggi". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu aggiungendo che "Israele era ed è tuttora pronto a concludere una tregua nella lotta per liberare i nostri rapiti". Ma Hamas, ha aggiunto, "è rimasto trincerato nelle sue posizioni estreme, prima fra tutte la richiesta di ritirare tutte le nostre forze da Gaza. Israele non può accettarlo". "Pertanto - ha sottolineato - Israele non accetterà le richieste di Hamas, che significano la resa, e continuerà a combattere finché tutti i suoi obiettivi non siano raggiunti". 

Hamas vuole raggiungere un "accordo globale che ponga fine all'aggressione, garantisca il ritiro dell'Idf e raggiunga una seria intesa sullo scambio di prigionieri", ha scritto il leader della fazione palestinese Ismail Haniyeh su Telegram riferendosi alle trattative al Cairo. "Che senso ha un accordo - ha aggiunto - se il cessate il fuoco non è il suo primo risultato?"

I leader di Hamas hanno cominciato al Cairo la seconda giornata di trattative con i mediatori di Egitto e Qatar, ma rappresentanti della fazione islamica hanno denunciato la "mancanza di progressi". Hamas è arrivata al Cairo - ha detto, citato dai media israeliani, uno dei suoi rappresentanti - con la determinazione di raggiungere un accordo "ma non ad ogni prezzo". "Una intesa - ha aggiunto - deve mettere fine alla guerra e portare fuori da Gaza l'Idf. Israele ancora non si è impegnato". Israele è fermo sulla sua posizione di non porre fine alla guerra e di non ritirarsi dalla Striscia. 

Famiglie degli ostaggi a Netanyahu, 'fate l'accordo su Gaza'.  Alla vigilia di Yom ha-Shoah - che da stasera in Israele ricorda l'Olocausto - le famiglie degli ostaggi a Gaza si sono rivolte al premier Benyamin Netanyahu chiedendo che si faccia l'accordo su Gaza. "A poche ore da Yom ha-Shoah, vogliamo ricordare - hanno detto - che avete promesso ogni anno 'mai più'. E' vostro dovere ignorare qualsiasi pressione politica e la storia non vi perdonerà se mancherete l'opportunità, poiché il ritorno degli ostaggi è una condizione necessaria per la resurrezione nazionale".

La scorsa settimana l'amministrazione Biden ha bloccato una spedizione di munizioni Usa in Israele. Lo scrive Axios citando due alti funzionari israeliani. Si tratta della prima volta dal 7 ottobre. Pare che questa mossa abbia sollevato serie preoccupazioni nel governo israeliano. Axios ricorda come Biden si trovi ad affrontare aspre critiche in patria da chi si oppone al suo sostegno incondizionato a Israele. A febbraio la Casa Bianca chiese di fornire garanzie che le armi Usa fossero utilizzate dall'esercito israeliano a Gaza in conformita' col diritto internazionale. Israele ha fornito una lettera di assicurazioni firmata a marzo. 

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