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Questa volta parliamo di noi: un anno di successi che non erano scontati

Questa volta parliamo di noi: un anno di successi che non erano scontati

17 dicembre 2021, 17:28

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Abbiamo superato quota 300. Quest’anno altri 18 soggetti, impegnati nella realizzazione di uno o più Obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu, sono stati ammessi su loro richiesta all’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (ASviS) portando il numero complessivo degli Aderenti (al 2 dicembre) a quota 316. A questi si aggiungono 284 organizzazioni a cui finora è stata concessa la qualifica di “associato”, che consente di collaborare con l’Alleanza su specifici progetti.

Il dato è stato fornito all’assemblea di fine anno dell’ASviS che si è svolta il 14 dicembre. Un incontro purtroppo ancora on line, ma molto partecipato, con dodici interventi nel dibattito dopo quelli dei presidenti Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini.

Si potrebbe continuare con i numeri: oltre 770 eventi su tutto il territorio nazionale e anche all’estero, realizzati nel corso del Festival dello Sviluppo Sostenibile; 86mila utenti unici al mese sul portale asvis.it (dati del novembre scorso); crescita di oltre il 170% dei visitatori di futuranetwork.eu; quasi 50mila follower su Facebook e oltre 18mila su Twitter; oltre 14mila articoli in dodici mesi, che citano l’Alleanza.

Per non parlare di tutte le attività non quantificabili così semplicemente: pubblicazione di rapporti, comunicazione, advocacy, educazione allo sviluppo sostenibile, ricerca, attività sui territori. E ancora, le audizioni in parlamento e tutta l’attività “politica” (nel senso più nobile) per l’affermazione dello sviluppo sostenibile in Italia. Come è stato sottolineato in molti interventi in Assemblea, possiamo dire senza temere di essere smentiti che quest’anno l’ASviS è ulteriormente cresciuta. L’unanimità nella riconferma dei presidenti è anche una prova della sostanziale unità della organizzazione nel perseguimento dei suoi scopi, anche se si tratta di una struttura composta da realtà molto diverse.

Tutto questo non era affatto scontato. C’erano da affrontare almeno quattro sfide che cerco di raccontarvi da giornalista, sforzandomi di presentare le cose con obiettività nonostante il mio coinvolgimento.

La prima è il protrarsi della pandemia, che ha reso più difficili i contatti e le riunioni e spostato su internet i convegni. La squadra che lavora per l’ASviS, composta in gran parte da giovani, si è adattata molto bene a questa modalità di lavoro (peraltro già sperimentata nel 2020) e non si è riscontrato alcun calo di efficienza, anche se c’è sempre una grande gioia nel ritrovarsi di persona nelle rare occasioni in cui questo è possibile.

Anche il nostro pubblico ha risposto bene. Si poteva supporre che la gente, di fronte alla crisi sanitaria e alla crisi economica, si richiudesse nel suo particulare, con poca voglia di parlare di traguardi al 2030 e di valori globali. Invece è avvenuto il contrario: il Covid ha dato il senso della precarietà dell’equilibrio che avevamo costruito, e spinge molti a interrogarsi su un futuro davvero sostenibile. I numeri sulla partecipazione ai nostri eventi testimoniano questa attenzione.

La seconda difficoltà, che non dobbiamo nascondere, è stata la “crisi” dovuta all’ingresso nel governo con Mario Draghi di Enrico Giovannini, nel ruolo di ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili. Un grande riconoscimento per la persona e per il lavoro fatto in questi anni; anche noi ci siamo sentiti gratificati. Ma Enrico è stato l’ideatore e il promotore dell’Alleanza. Formalmente ne era il portavoce, ma in realtà tutti noi eravamo abituati a passare a lui le “patate bollenti” perché le risolvesse. Insomma, quando ha dovuto lasciare gli incarichi in ASviS ci siamo sentiti un po’ orfani, nonostante la permanenza di Pierluigi Stefanini, che oltre che presidente ha assunto la funzione di portavoce. Ma Stefanini, con le sue doti di umanità e ascolto, e con la sua esperienza nella guida di organizzazioni complesse, ha rinfrancato l’equipaggio e fatto sì che la barca procedesse senza dover ridurre la velatura. Su sua proposta, da luglio a Stefanini si è affiancata Marcella Mallen. Chi pensava che fosse solo un doveroso omaggio al principio, enunciato dallo stesso Stefanini, che “da noi la parità di genere non si afferma, si pratica” ha potuto invece vedere come Mallen è entrata nel vivo dei problemi, assumendo immediatamente responsabilità operative e di rappresentanza. Come ha detto lei stessa all’assemblea:

"Guardo al percorso compiuto in questo periodo come a un meraviglioso lavoro collettivo basato sul confronto, sullo scambio inter e intragenerazionale e professionale che credo rappresenti il tratto distintivo dell’Alleanza".

Le condizioni di questo lavoro collettivo sono anche cambiate perché in questo periodo, sviluppando una ipotesi organizzativa già avviata da Giovannini e portata a termine da Stefanini, il “team” dell’ASviS, cioè l’insieme dei dipendenti e dei collaboratori più stretti, con il supporto dell’intero Segretariato e dei coordinatori dei Gruppi di lavoro, si è dato una nuova struttura, come era necessario considerando la crescita dell’organizzazione in questi cinque anni, quasi sei.

continua a leggere asvis.it 

 

di Donato Speroni

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