"Da un lato, si tratta
di vivere una conversione ecologica, per poter rallentare un
ritmo disumano di consumo e di produzione, per imparare a
comprendere e a contemplare la natura, a riconnetterci con il
nostro ambiente reale. Puntare a una riconversione ecologica
della nostra economia, senza cedere all'accelerazione del tempo,
dei processi umani e tecnologici, ma tornando a relazioni
vissute e non consumate". Così parla il Papa nel messaggio
inviato ai
partecipanti al Forum di "European House-Ambrosetti", apertosi a
Villa d'Este, a Cernobbio.
"D'altro lato - aggiunge Francesco -, siamo chiamati a essere
creativi, come gli artigiani, forgiando percorsi nuovi e
originali per il bene comune". "Nella tragedia, che ancora
attanaglia l'umanità intera, non sono bastate neppure la scienza
e la tecnica", sottolinea papa Francesco. "L'elemento decisivo è
stato il surplus di generosità e di coraggio, messo in atto da
tante persone", spiega.
"Questo spinge ad uscire dal paradigma tecnocratico, inteso
come unico o prevalente approccio ai problemi - prosegue il
Pontefice -. Paradigma improntato alla logica del dominio sulle
cose, nel falso presupposto che 'esiste una quantità illimitata
di energia e di mezzi utilizzabili, che la loro immediata
rigenerazione è possibile e che gli effetti negativi delle
manipolazioni della natura possono essere facilmente
assorbiti'".
"Nei confronti sia della natura sia, a maggior ragione,
delle persone - aggiunge Francesco -, è necessario un
cambiamento di mentalità che allarghi lo sguardo e orienti la
tecnica, mettendola al servizio di un altro tipo di modello di
sviluppo, più sano, più umano, più sociale e più integrale".
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