"Questa sentenza di primo grado non
ridarà a queste famiglie i loro cari ma almeno gli ha ridato la
dignità di vittime a causa un sistema sbagliato per il quale la
vita di operaio valeva poco o nulla. In nome del profitto c'è
chi da troppo tempo e in modo impunito avvelena gli uomini e la
terra". Così il consigliere regionale di Europa Verde Francesco
Emilio Borrelli, commenta le "quattro condanne a dieci anni di
reclusione e ventidue assoluzioni, il verdetto di primo grado
pronunciato dopo cinque ore di Camera di consiglio dai giudici
del Tribunale di Avellino sull'Isochimica, la fabbrica del
capoluogo irpino nella quale per quasi dieci anni, a partire
dalle fine degli anni Settanta, venivano bonificate dall'amianto
le carrozze ferroviarie su commesse delle Ferrovie dello Stato".
"Il collegio giudicante (presidente Sonia Matarazzo, giudici a
latere Pier Paolo Calabrese e Gennaro Lezzi) ha condannato a
dieci anni di reclusione il responsabile della sicurezza di
Isochimica, Vincenzo Izzo, e il suo vice, Pasquale De Luca; Aldo
Serio e Giovanni Notarangelo, funzionari di Ferrovie dello Stato
- ricorda Borrelli - Disposta anche una provvisionale di 50mila
euro per ognuna delle famiglie dei 33 ex operai deceduti per
patologie correlate alla prolungata esposizione all'amianto. La
pena corrisponde alla richiesta fatta dalla pubblica accusa
rappresentata dal sostituto procuratore di Avellino, Roberto
Patscot, per i reati di disastro doloso, omicidio colposo,
lesioni personali e rimozione od omissione dolosa di cautele
contro gli infortuni sul lavoro".
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