Un parco circolante che invecchia
inesorabilmente, una quota di auto elettrificate che nel 2022 è
diminuita, un lento sviluppo della rete di infrastrutture di
ricarica. È il quadro che emerge dai dati pubblicati dall'Unrae
nel Book 2022 sul mercato autoveicoli in Italia. Delle oltre
39 milioni di auto in circolazione, circa il 25% sono ante Euro
4 con oltre 17 anni di età. A questi si aggiungono i veicoli
commerciali, il cui mercato nel 2022 è sceso del 13% (161.000
unità), ma conta un parco di 4,2 milioni di mezzi in
circolazione, il 41% dei quali ante Euro 4. Il mercato dei
veicoli industriali oltre le 3,5 tonnellate, sostanzialmente
stabile con circa 25.600 immatricolazioni, contribuisce al
trasporto con un parco di 725.000 mezzi, oltre il 50% è Euro 4 e
ha un'età media 14,3 anni. In calo del 3,9% nel 2022 il mercato
degli autobus, che conta 62.400 veicoli in circolazione con
un'età media di 12 anni. In controtendenza il mercato dei
rimorchi e semirimorchi, che con quasi 16.800 unità registra il
livello più alto di immatricolazioni dal 2015.
La transizione energetica comunque avanza e nel 2022 la
quota dei motori a benzina è scesa dal 30% al 27,7% e quella dei
diesel dal 22,1% al 19,6%, lasciando la leadership alle auto
ibride che salgono al 34%. Le elettriche (pure + ibride plug-in)
hanno però subito una drastica battuta d'arresto, perdendo
20.000 unità nel 2022 (-14,8%) e scendendo a quota 8,8%
(soprattutto a causa della flessione delle elettriche pure),
bloccando l'Italia all'ultimo posto fra i 5 maggiori mercati,
con Germania in testa (31,4%) seguita da Regno Unito (22,9%),
Francia (21,6%) e Spagna (9,7%). Le cause del ritardo italiano,
per l'Unrae, sono da attribuire a incentivi mal congegnati e un
numero insufficiente di infrastrutture di ricarica, come
dimostra l'ultimo dato disponibile per il confronto europeo (a
fine settembre 2022) che pone l'Italia, con circa 33 mila
colonnine, al 15.mo posto nel ranking europeo con soli 6,7 punti
di ricarica per 100 km contro una media di 8,9 punti. Nel 2022
la crescita delle infrastrutture di ricarica è stata molto
dinamica, ma il rapporto rispetto al circolante Ecv risulta
elevato solo per l'esiguità dello stesso; l'accelerazione delle
infrastrutture è troppo recente per aver potuto stimolare
l'incremento del parco.
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