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In Amazzonia una rete di insediamenti urbani di 2.500 anni fa

In Amazzonia una rete di insediamenti urbani di 2.500 anni fa

E' la più ampia e antica della regione

15 gennaio 2024, 08:30

Elisa Buson

ANSACheck

Alcune dells strutture rettangolari scoperte in Amazzonia, a Nijiamanch (Fonte: Stéphen Rostain et al., in Science, Vol. 383) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Alcune dells strutture rettangolari scoperte in Amazzonia, a Nijiamanch (Fonte: Stéphen Rostain et al., in Science, Vol. 383) -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Alcune dells strutture rettangolari scoperte in Amazzonia, a Nijiamanch (Fonte: Stéphen Rostain et al., in Science, Vol. 383) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Scoperta in Amazzonia una fitta rete di insediamenti urbani precolombiani collegati da strade ampie e dritte: realizzati 2.500 anni fa dalle culture Kilamope e Upano alle pendici orientali delle Ande, in Ecuador, rappresentano il più antico ed esteso esempio di urbanismo della regione, simile a quello dei Maya nell'America centrale. I resti sono stati individuati grazie a vent'anni di ricerche sul campo e mappatura lidar del terreno, condotte da un gruppo internazionale di esperti guidato dal Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica francese. I risultati sono pubblicati su Science.

Lo studio, realizzato su un'area di 300 chilometri quadrati, ha permesso di trovare oltre 6.000 piattaforme di terra rettangolari di origine antropica e strutture simili a piazze, collegate da sentieri e strade e circondate da ampi paesaggi agricoli e canali. I ricercatori hanno identificato almeno 15 siti di insediamento di varie dimensioni. Tuttavia, l'elemento più rilevante è l’estesa e complessa rete stradale su scala regionale che collega i centri urbani e l’hinterland circostante.

Gli scavi archeologici indicano che questi insediamenti vennero costruiti e abitati tra il 500 a.C. circa e il 300-600 d.C. dalle culture Kilamope e Upano.

“Tale scoperta è un altro vivido esempio della sottovalutazione del duplice patrimonio dell’Amazzonia: ambientale ma anche culturale, e quindi indigeno”, scrivono gli autori dello studio. “Crediamo che sia fondamentale rivedere a fondo i nostri preconcetti sul mondo amazzonico e, così facendo, reinterpretare contesti e concetti alla luce necessaria di una scienza inclusiva e partecipativa”.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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