(di Francesco De Filippo)
Gli anni '80 sono gli anni d'oro
della pubblicità in Italia e anche l'ultima stagione
dell'illustrazione disegnata a mano: l'utilizzo del computer
poco più tardi avrebbe cambiato le regole. Gli illustratori che
all'epoca avevano perizia con pennarelli, pastelli, pennelli,
acrilico, aerografi, si consideravano - qualcuno a ragione - più
vicini all'arte che non alla produzione. È il caso di tre grandi
- Giampaolo Amstici, Giuliano Bartoli e Tomislav Spikic - a cui
è intitolata a Trieste la mostra Tre Moschettieri.
Conclusa l'esperienza della pubblicità, infatti, i tre -
nella vita amici e antagonisti, tutti dell'area giulio-istriana
- si sarebbero dedicati alla pittura. La mostra, aperta fino a
settembre al Museo della civiltà istriana fiumana dalmata, ha un
secondo significato: fare un bilancio a 40 anni esatti da una
precedente mostra, La Matita Fedele, allestita sempre a Trieste.
All'epoca i tre operavano a Milano, "erano gli anni della
'Milano da bere', dell'ottimismo in ascesa dopo il buio degli
anni di piombo; anni che furono il top per le agenzie di
pubblicità e loro erano molto in sintonia con quel mondo
comunicativo", spiega Roberto Curci che curò quella mostra e
cura anche questa.
Il triestino Amstici (1946-2014), l'istriano (Isola d'Istria,
1946) Bartoli (che poi lavorò con la compagna Paola Patrizia
Elli) e lo zagabrese di madre triestina Spikic (1932) crearono
per marchi, prodotti nazionali e internazionali, dando paradigmi
alla pubblicità e segnando l'immaginario collettivo italiano,
che si trattasse delle storielle di Dolce mammina per le
caramelle e il miele Ambrosoli, del Babbo Natale per Algida o
per i supermercati Sidis, delle confezioni per i nuovi profumi
di Gianni Versace, degli gnomi per le galosce Superga o del
Gulliver per la EniChem.
Illustratori che "risentono del surrealismo, ispirati dal
realismo arguto, dall'illustrazione made in Usa di Norman
Rockwell fino all'iperrealismo, con motivi magrittiani", segnala
Curci. In questi 40 anni è cambiato il mondo, dalle tempere alla
computergrafica. Non si è trattato soltanto di tecnica: è
cambiato lo spirito. A confermarlo è ancora Curci: "Rispetto
agli anni '80, c'è stata una mutazione: all'epoca la pubblicità
era affabile, si usavano le mani, oggi invece è invasiva,
aggressiva".
I Tre Moschettieri, come li chiamavano, appartenevano alla
generazione successiva a Metlicovitz, a Dudovich, a Gigi
Cassetti (l'inventore delle palline Zigulì), tutti ancora della
stessa area geografica e che avevano lasciato tratti scolpiti
nella storia della pubblicità.
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