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La Maestà del Cimabue di Assisi torna al suo splendore

La Maestà del Cimabue di Assisi torna al suo splendore

Svelato affresco nella Basilica di S.Francesco dopo il restauro

ASSISI (PERUGIA), 16 febbraio 2024, 12:10

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La Maestà del Cimabue di Assisi torna al suo splendore. Stamani la presentazione e lo svelamento dell'affresco della "Madonna in trono col bambino, angeli e san Francesco", a conclusione dei lavori di restauro realizzato da un'équipe della Tecnireco diretta dal capo restauratore della Basilica di San Francesco prof. Sergio Fusetti, grazie al contributo della casa automobilistica Ferrari.
    Il progetto conservativo è iniziato a gennaio 2023, a 50 anni dall'ultimo intervento, e ha impiegato un anno di lavoro.
    Databile tra il 1285 e il 1290 - la prima realizzata da Cimabue all'interno della Basilica - l'opera è situata nella parte destra del transetto settentrionale della chiesa inferiore della Basilica di San Francesco. L'affresco è celebre non solo per la raffigurazione della Vergine in trono, ma anche per quello che si ritiene essere uno dei ritratti più antichi e affidabili di san Francesco stesso, realizzato, secondo la tradizione, sulla base delle indicazioni di chi lo aveva conosciuto personalmente.
    "Sono estremamente grato al professor Fusetti, alla sua équipe e ovviamente a Ferrari - ha detto fra Marco Moroni, custode del Sacro convento - per la sinergia che ha permesso di portare a nuovo splendore un'immagine che non è solo un'opera d'arte, ma è, per noi francescani e per tutti i devoti del Santo, un richiamo dall'alto valore simbolico alla figura e ai valori di san Francesco stesso".
    "Tutto ciò è particolarmente significativo mentre ci prepariamo al grande centenario francescano del 2026 in cui celebreremo gli 800 anni della pasqua del Santo di Assisi", ha aggiunto il custode.
    "Il ritratto di san Francesco, rappresentato in questo capolavoro di Cimabue, ci riporta necessariamente alla sua figura storica che manifesta ancora oggi una straordinaria attualità e continua ad essere fonte di provocazioni profonde per ciascuno di noi, per la Chiesa, per il mondo intero", ha concluso fra Moroni.
   

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