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Saman: arrestato a Barcellona l'altro cugino indagato

Saman: arrestato a Barcellona l'altro cugino indagato

Preso grazie a un'intercettazione. A maggio arrestati in Francia un altro cugino e lo zio. Sono ritenuti complici del delitto della 18enne che si era ribellata a un matrimonio combinato. Restano latitanti i genitori

REGGIO EMILIA, 14 febbraio 2022, 13:24

Redazione ANSA

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Saman Abbas - RIPRODUZIONE RISERVATA

Saman Abbas - RIPRODUZIONE RISERVATA
Saman Abbas - RIPRODUZIONE RISERVATA

In un appartamento di Barcellona è stato arrestato Nomanhulaq Nonamhulaq, cugino di Saman Abbas, latitante e indagato per l'omicidio della 18enne pachistana scomparsa dal 30 aprile 2021 da Novellara (Reggio Emilia). Il giovane era ricercato nell'ambito dell'indagine dei carabinieri e della Procura di Reggio Emilia.

In precedenza erano stati arrestati all'estero un altro cugino, Ikram Ijaz e lo zio Danish Hasnain, entrambi presi in Francia e nel frattempo estradati in Italia. Sono ritenuti complici del delitto di Saman che si era ribellata a un matrimonio combinato. Restano latitanti in Pakistan i genitori della 18enne.

Il pachistano, 35 anni, è stato arrestato dalla polizia spagnola, grazie a informazioni condivise dal nucleo investigativo dei carabinieri di Reggio Emilia. Nomanhulaq fuggì dalla provincia reggiana il 10 maggio con Hasnain e Ijaz. Con loro c'era anche il fratello minorenne di Saman, che venne bloccato al confine tra Italia e Francia e affidato a una comunità. Proprio le dichiarazioni del ragazzo, sentito poi anche in incidente probatorio, accusano gli altri familiari del delitto.

Il corpo di Saman non è mai stato trovato, nonostante settimane di ricerche intorno al casolare dove la famiglia viveva. A carico di Nomanhulaq c'è inoltre il video del 29 aprile che lo ritrae con l'altro cugino della ragazza e con lo zio, mentre uscivano dal casolare con attrezzi da lavoro, pala e piede di porco. L'ipotesi degli inquirenti è che stessero andando a scavare la tomba della giovane, materialmente assassinata dallo zio il giorno dopo, sempre secondo l'accusa. Arrestati in Francia, Ijaz a fine maggio, Hasnain a settembre e poi consegnati all'Italia. Entrambi si sono detti estranei all'accaduto. 

La svolta che ha portato all'arresto a Barcellona di Nomanhulaq Nomanhulaq è arrivata con la trasferta dei carabinieri del nucleo investigativo a Parigi, per l'arresto dello zio Danish Hasnain, a settembre. È stato infatti trovato il numero di telefono spagnolo in uso al ricercato, quindi è stata chiesta un'intercettazione che ha portato all'arresto. Gli investigatori erano già a conoscenza del fatto che si era diretto in pullman verso Barcellona e si stavano monitorando le zone dove si presumeva Nomanhulaq potesse rifugiarsi. Questa mattina poco dopo le 7 la Polizia Nazionale spagnola, Brigada Provincial de Barcellona, ha fatto irruzione in un appartamento della periferia (e non in centro come appreso in un primo momento) nell'ambito dell'ordine di indagine europeo richiesto dalla Procura di Reggio Emilia a Eurojust e grazie alle indagini del nucleo investigativo del comando provinciale di Reggio Emilia, supportato dal servizio di cooperazione internazionale di Polizia. È stato eseguito il mandato di arresto emesso dal Gip il 28 maggio per sequestro di persona, omicidio e occultamento del cadavere. L'arrestato sarà in carcere in Spagna in attesa della convalida dell'arresto e del successivo avvio delle procedure di consegna all'Italia. 

"Resto in attesa degli sviluppi sulla procedura di estradizione, al fine poi, qualora concessa, di conferire con l'assistito ed approntare la migliore linea difensiva". È il commento all'ANSA di Luigi Scarcella, l'avvocato di Nomanhulaq Nomanhulaq, arrestato in Spagna dopo mesi di latitanza.

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