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Salomè all'Opera di Roma, luce nel buio su un amore perverso

Salomè all'Opera di Roma, luce nel buio su un amore perverso

Il 7 marzo il dramma di Strauss secondo il regista Barrie Kosky

ROMA, 27 febbraio 2024, 18:03

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"È la storia di amore perverso, di una donna che in fin dei conti soddisfa il proprio desiderio d'amore attraverso un atto di necrofilia. La protagonista non è una donna abusata ma l'esatto contrario della vittima. La bellezza e la repulsione condensate in un'unica immagine". Il regista australiano Barrie Kosky vede così Salomè, il capolavoro di Richard Strauss che porta in scena all'Opera di Roma dal 7 al 16 marzo.
    Dopo il successo ottenuto nel 2018 con il Flauto Magico, Kosky torna al Teatro Costanzi con il dramma che il musicista tedesco compose nel 1905 dal testo teatrale francese di Oscar Wilde. "Un'opera davvero inusuale - ha osservato - che alla sua prima fece scandalo. Nel testo di Wilde c'erano più ironia e umorismo, che in genere non associamo alla cultura tedesca, e Strauss l'ha trasformata aggiungendo l'elemento dell'erotismo".
    Sul podio salirà Marc Albrecht.
    Nel ruolo del titolo debutta sul palcoscenico romano il soprano americano Lise Lindström; Jochanaan è il basso-baritono Nicholas Brownlee, Erode èil tenore John Daszak, Erodiade il mezzosoprano Katarina Dalayman. A giocare il ruolo centrale è, però, la luce. Per guardare Salomè con occhi e orecchie nuovi ogni elemento della scenografa è stato eliminato. "Nel buio totale - spiega il regista - una sola luce segue gli attori. La luce è un personaggio dell'opera. È la luna che illumina e nasconde al tempo stesso. Un unico raggio di luce attraversa l'oscurità nella quale ascoltiamo e guardiamo persone come in genere non facciamo". Tutta l'attenzione si concentra così sugli attori.
    L'atmosfera onirica in cui Salomè si muove è ispirata alle figure isolate dei dipinti di Francis Bacon. Il continuo riferimento dei personaggi al vedere e al sentire richiama il voyeurismo visivo e orale. "L'orchestra - aggiunge Kosky - è davvero maestosa e piena di colori. Nell'allestimento bisogna stare attenti a non cercare di illustrare la musica e a superare la difficoltà di mettere in scena qualcosa di più debole di questo effetto sonoro potente". Nella visione del regista Salomè è "un'adolescente, con una incredibile immaginazione e un'idea molto perversa dell'amore. Da questo spettacolo bisogna uscire turbati e a disagio".
   

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