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Toti, la critica a Sanremo è un genere letterario che si ripete

Toti, la critica a Sanremo è un genere letterario che si ripete

"Spostarlo dall'Ariston è come spostare Wimbledon da Londra"

GENOVA, 21 febbraio 2024, 11:41

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Le critiche a Sanremo mi sembrano un genere letterario che si ripropone. Come ogni grande fenomeno di costume, il Festival trascina con sé appetiti e voglia di visibilità ma immaginarlo in una città diversa da Sanremo sarebbe come pensare di spostare Wimbledon da Londra, oppure l'Angelus del Papa da piazza San Pietro". Così, in un'intervista al Secolo XIX, Giovanni Toti risponde alle diverse critiche sollevate dalla Fimi sulla città, l'organizzazione e anche sulla location dell'Ariston.
    "Da anni ormai il Festival è cresciuto per ascolti, qualità e come fenomeno di costume - ha detto Toti -. E la città sotto la giunta del sindaco Biancheri è diventata un grande palcoscenico a cielo aperto: basti pensare alle migliaia di persone in piazza Colombo, oppure alla nave Costa o alle radio presenti nelle piazze. Dire che Sanremo è inadeguata non è solo ingiusto. È fuori dalla realtà. Comprendo le esigenze di chi pensa a una struttura moderna. È opportuno ragionarci, dibatterne. E sarà un argomento di riflessione anche per il futuro sindaco. Io personalmente - ha aggiunto Toti - tifo per l'Ariston, perché mi sono chiesto se in un Palazzetto moderno ci sarebbe lo stesso fascino e la stessa aria che si respira in quel teatro. Il Festival non è più lo stesso ma neanche Sanremo: gli alberghi sono aumentati, compresi quelli di qualità, e sono in corso di realizzazione altre strutture. Ci sono nuovi parcheggi, e il livello di ristorazione è tra più alti della Liguria e d'Italia.
    Il Festival e Sanremo sono cresciuti negli anni e penso abbiano ancora tante pagine della storia della musica italiana da scrivere insieme".
   

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