Il Canavese vive un momento
complicato come tutta la provincia di Torino, aggravato dalle
difficoltà del decennio alle spalle. Oggi è un territorio quasi
"anestetizzato", ma scommette sulla ripartenza. Lo hanno
spiegato Agenzia Piemonte Lavoro, Camera di commercio di Torino
e Confindustria Canavese. "Ci sono tre progetti importanti che
potrebbero cambiare il trend, facendo del Canavese un grande
centro di attrazione: Italvolt, Icona e Icovalley", sottolinea
Guido Bolatto, segretario generale Camera di commercio.
I dati dimostrano le difficoltà. Calano la popolazione e dal
2013 le imprese. L'anno scorso il tasso è stato negativo dello
0,79%. Ivrea (2.494), Chivasso (2.197), Ciriè (1.814), Leinì
(1.758), Rivarolo Canavese (1.295) e Volpiano (1.202) sono i
primi comuni per numero di imprese, il 33% del totale. Sul
fronte lavoro sono in calo del 6,6% i nuovi contratti,
apprendistato e tempo indeterminato hanno subìto una flessione
del 20%.
"La componente manifatturiera è la parte che è rimasta più
ferma da inizio pandemia, ma è potuta ripartire nella seconda
parte dell'anno. Ci sono comparti che hanno risentito di più
degli effetti dell'emergenza, come quello turistico, che era in
pieno sviluppo. In un quadro variegato emergono energie pronte a
essere liberate" spiega Cristina Ghiringhello, direttore di
Confindustria Canavese. Per il secondo trimestre dell'anno le
attese sono in miglioramento su tutti i fronti, occupazione,
produzione, ordini ed export. "Valorizzare il capitale umano è
fondamentale e questo motiva ancora di più chi opera, tra
pubblico e privato, con questo obiettivo" sottolinea Federica
Deyme, direttore Agenzia Piemonte Lavoro
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