"Molte famiglie sono allo stremo
non solo per difficoltà del lavoro che viene meno, ma anche
perché prive di una sicura speranza per il futuro. L'epidemia ha
molto abbassato il nostro orgoglio e ha fatto emergere quanto la
carenza di valori etici e spirituali siano stati ignorati e
disattesi, sotto la spinta di un cieco individualismo e della
ricerca del bene per se stessi a scapito del bene comune". E' un
passaggio dell'omelia pronunciata dall'arcivescovo di Torino,
Cesare Nosiglia, durante la messa della Consolata.
"Penso che questa tragica esperienza che abbiamo vissuto - ha
aggiunto riferendosi alla questione Covid - interpelli la nostra
società e il nostro stile di vita, ritenuti fino a ieri, con un
certo orgoglio, all'avanguardia nella tecnologia, nella
medicina, nelle previsioni del futuro, nell'uso smodato dei
mezzi più sofisticati per la propria felicità. Tutto ciò è stato
messo in ginocchio, nel caos e nella paura, da un piccolissimo
virus, così come è avvenuto nell''ignorante Medioevo' con la
peste o il colera. ".
Per Nosiglia comunque "la crisi può un'opportunità, se aiuta le
nostre famiglie e le nostre comunità ad interrogarsi seriamente
sul proprio stile di vita, sull'uso corretto e solidale dei
soldi e delle risorse economiche, sul vivere ogni giorno con
sobrietà, sul senso del limite, sull'apertura alla fraternità".
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