E' molto più a suo
agio nei panni dell'allenatore, ma per un giorno si è
trasformato in sindaco: Gian Piero Gasperini ha indossato la
fascia tricolore e ha ricevuto simbolicamente le chiavi di
Grugliasco, sua città natale. "Nella mia vita mi è capitato di
tutto, ma mai di indossare questa fascia: è un grande onore, mi
avete fatto un regalo pazzesco" le parole del tecnico
dell'Atalanta davanti ai tanti ragazzini della scuola media '66
martiri', nel comune alle porte di Torino. "Grugliasco è sempre
stata casa mia, qui ho iniziato a giocare a calcio e ad
allenare" ha ricordato l'allenatore dell'Atalanta. Con gli
orobici è arrivato fino ai palcoscenici della Champions, "Ma
tutto è cominciato da qui - il racconto di Gasperini,
visibilmente emozionato - e dai campetti al Fabbrichetta, al
Leumann, al Trucco: dove sono arrivato adesso è l'apice, ma è
nato come se foste voi e dovete sempre sognare". Il tecnico si è
anche sottoposto alle domande dei ragazzi dell'istituto: "I
tifosi sono una componente fondamentale, durante la pandemia
mancava un qualcosa di fondamentale ed è stato di una bruttezza
incredibile giocare senza nessuno: il calcio è intrattenimento,
la gente deve divertirsi". Tra doping e un calcio da migliorare,
il tecnico dice la sua: "Il calcio è uno sport di squadra e non
ho mai percepito la sensazione che ci fosse, è capitato che
qualche ragazzo usasse delle creme per tatuaggi che si sono
rivelate dopanti ma non era per alterare i risultati - risponde
l'allenatore - mentre la cosa più brutta di oggi sono le
simulazioni: non è violenza, ma cerchi comunque di barare
ingannando avversari e arbitri".
Prima di tornare a vestire i panni dell'allenatore,
Gasperini ha fatto una promessa: "Da sindaco per un giorno
costruirò un campo alla Fabbrichetta di Grugliasco aperto a
tutti" ha concluso il tecnico nerazzurro, con l'obiettivo di
realizzare il progetto al più presto.
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