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Marcorè, in Piemonte gran parte di Zamora, qui si lavora bene

Marcorè, in Piemonte gran parte di Zamora, qui si lavora bene

A Torino con Paradossi per presentare il primo film da regista

TORINO, 08 aprile 2024, 22:02

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

"Gran parte del film Zamora, nonostante sia ambientato a Milano, è stata girata in Piemonte perché qui la Film Commission funziona, si lavora benissimo e ci sono grandi professionisti che avrei chiamato anche se avessi girato altrove". Parola di Neri Marcorè che è a Torino per presentare il suo primo film da regista insieme al protagonista Alberto Paradossi. Con loro il direttore di Film Commission Torino Piemonte, Paolo Manera e la presidente Beatrice Borgia. 
    Il film è uscito in sala il 4 aprile, ma è stato un weekend in cui il caldo estivo ha tenuto lontano dalle sale cinematografiche il pubblico: "L'affluenza nei cinema è stata il 50% in meno dell'anno scorso e della settimana precedente. Ma noi contiamo sul passaparola. Abbiamo grandi aspettative da questa settimana in poi" spiega il regista. "È una commedia, si ride molto e si applaude spontaneamente in molte scene. Poi verso i tre quarti ha una dimensione più commovente. Unisce, come ha detto qualcuno, cuore e leggerezza, è stato definito un gioiellino. Il calcio è solo un pretesto", racconta Marcorè che nel suo futuro prossimo vede molto teatro. Al cinema tornerà sicuramente da attore, mentre per la regia "dopo un debutto delicato ci vuole più tempo e ponderazione".
    Al regista Davide Ferrario che ha scherzato sui tagli alle sue performance di portiere di calcio, Marcorè replica con una battuta: "Volevo fargli provare quanto sia amaro il boccone quando il regista ti taglia troppo".
    Paradossi nel film è Walter Vismara, timido ragioniere trentenne che dalla provincia arriva a Milano come contabile nella fabbrica del cavalier Tosetto (Giovanni Storti), fissato con il calcio al punto di costringere i dipendenti ad allenamenti e tornei. Lui, negato con lo sport, imparerà a parare da un portiere in disgrazia (lo stesso Marcorè), e soprattutto a credere in se stesso, in una storia di formazione.
    "A Torino - racconta l'attore - avevo girato una serie Netflix.
    Per me è stata una grande gioia lavorare con Neri Marcorè.
    Progetti? Ora mi godo il presente con un occhio al domani".
   
   

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