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Scuola, fioccano insufficienze alle superiori: 4 su 10, per il recupero, puntano sulle ripetizioni

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Scuola, fioccano insufficienze alle superiori: 4 su 10, per il recupero, puntano sulle ripetizioni

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Responsabilità editoriale di skuola network srl

Il primo quadrimestre ha riservato almeno un’insufficienza a circa 2 alunni su 5. La maggior parte si sta facendo aiutare da docenti privati o conoscenti. Una voce, quella delle ripetizioni, che pesa parecchio sul bilancio delle famiglie

29 marzo 2022, 14:55

skuola network srl

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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PressRelease - Responsabilità editoriale di skuola network srl

Piovono brutti voti sugli studenti delle superiori: al termine del primo quadrimestre sono quasi 2 su 5 a non aver raggiunto il fatidico 6 in almeno una materia e, complessivamente, 1 su 7 ha collezionato almeno tre insufficienze. Insomma, un graduale ritorno alla normalità dal sapore agrodolce. Da un lato, infatti, è sicuramente positivo che la didattica in presenza, specie durante l’anno scolastico in corso, abbia subito sempre meno interruzioni. D’altra parte, però, ciò ha significato che, dopo un periodo di parziale tregua, i docenti hanno ripreso a fare sul serio con le valutazioni. A segnalarlo una ricerca condotta da Skuola.net | Ripetizioni.it - piattaforma di riferimento in Italia per le lezioni private online e in presenza - su un campione di 2.600 studenti di licei, istituti tecnici e professionali.

Con la fine della Dad si torna a fare sul serio

A ulteriore conferma del cambio di passo registrato negli ultimi mesi c’è un’altra circostanza evidenziata dalle ragazze e dai ragazzi risultati insufficienti al primo giro di boa dell’anno scolastico: per quasi la metà (45%) i problemi si sono manifestati proprio da settembre ad oggi. E per un altro 27% si tratta di difficoltà che affondano le proprie radici già prima della pandemia. Alla fine, dunque, meno di un terzo (29%) afferma che le lacune presenti sono in tutto e per tutto l’eredità del biennio alle prese con la didattica a distanza pressoché totale.

Va detto, comunque, che la maggior parte delle scuole ha offerto corsi di recupero per chi ne avesse bisogno: solo 1 studente su 4 ne “denuncia” l’assenza. Tuttavia, la metà degli studenti interessati ha preferito declinare l’invito e provvedere in altro modo. Soprattutto rivolgendosi al supporto personalizzato, sotto forma di ripetizioni, a pagamento o gratuite.

Per il recupero (e non solo) ci si affida alle lezioni private

Tra chi ha avuto la brutta sorpresa in pagella, la fetta più consistente (39%) si è affidata a un docente privato per tamponare la situazione: c’è chi lo ha fatto anche prima della “sentenza” (26%) - evidentemente non riuscendo nell’impresa - e che ora continua per tentare il recupero entro la fine dell’anno, c’è chi ha iniziato subito dopo la certificazione dell’insufficienza o lo farà a breve (6%) e chi si è fatto affiancare ma ha smesso dopo aver raddrizzato la situazione (7%). A questi, inoltre, vanno aggiunti quelli (27%) che hanno preferito farsi aiutare (gratuitamente) da parenti o conoscenti.

Ma il ricorso alle lezioni private rappresenta un porto sicuro non solo per chi è in difficoltà. Infatti, anche tra chi ha superato indenne il primo quadrimestre, sono in tanti quelli che hanno voluto arrivare con maggiori sicurezze alla seconda parte dell’anno: ben 1 su 6 si è avvicinato lo stesso al mondo delle ripetizioni. Il motivo? Principalmente per consolidare i propri voti, puntando ancora più in alto, o semplicemente per affrontare con più serenità verifiche e interrogazioni.

Le ripetizioni "pesano" sul bilancio delle famiglie

Numeri, quelli appena illustrati, che se proiettati su larga scala si traducono in un notevole giro d’affari generato da questo settore. E, volendo guardare la questione dal punto di vista opposto, in un cospicuo esborso di denaro per le famiglie. Almeno stando a quanto raccontano i ragazzi, quest’anno la stima di spesa per ogni famiglia si aggira mediamente sui 400 euro. Anche se i budget investiti sono molto diversificati: il 16% dichiara una spesa annua stimata inferiore ai 100 euro, il 50% una somma compresa tra i 100 e i 400 euro, infine il restante 34% supera queste cifre proiettandosi verso punte che possono superare persino i 2000 euro.

Per quanto riguarda le modalità di svolgimento delle lezioni private, se durante le fasi più acute della pandemia sono andate in scena, spesso per forza di causa maggiore, prevalentemente in Dad, in questi ultimi mesi si è tornati a privilegiare il tradizionale faccia a faccia: il 65% degli intervistati ha ospitato il docente o si è recato a casa del prof, il 14% ha alternato questa modalità con sessioni online, che invece sono state l’unico mezzo di interfaccia con il tutor per il restante 21%.

La lista delle materie più richieste è un campanello d'allarme 

Quello che, invece, non ha modificato per niente quanto accaduto nello scorso biennio è l’elenco delle materie su cui gli studenti, perlomeno quelli più grandi, vanno più in difficoltà: al primo posto regna incontrastata la matematica, spina nel fianco per i due terzi (65%) dei ragazzi che recentemente si sono rivolti alle ripetizioni; seguono le altre materie scientifiche, messe nella lista dal 34% degli intervistati; terzo posto per le lingue antiche (latino e greco), per le quali ha chiesto supporto il 28% degli alunni; ai piedi del podio le lingue straniere, rinfrescate dal 22% sul totale di chi usufruisce delle ripetizioni.

“Il ricorso alle ripetizioni private non è un lusso per pochi, ma una spesa a cui quest’anno, perlomeno alle scuole superiori, è stato costretto a ricorrere uno studente su 4 - sottolinea Marco Sbardella, responsabile di Skuola.net | Ripetizioni.it - per un importo medio a famiglia che si attesta intorno ai 400 euro. Chiaramente a rivolgersi a un tutor privato sono soprattutto coloro che hanno ricevuto delle insufficienze al primo quadrimestre. Ma non solo loro. Perché, in generale, la pandemia sta presentando un conto pesante, con gran parte delle lacune degli studenti che sono maturate proprio nel corso degli ultimi due anni. A preoccupare è soprattutto il fatto che le materie più indigeste siano quelle dell’area STEM, ovvero quelle degli ambiti disciplinari in cui oggi il mondo del lavoro cerca maggiormente nuove leve”.

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