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La Medicina Psicosomatica è la nuova Medicina

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La Medicina Psicosomatica è la nuova Medicina

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Responsabilità editoriale di Optimamente

19 luglio 2021, 07:30

Optimamente

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La medicina nella quale si prendono in considerazione le malattie psicosomatiche prende il nome di medicina psicosomatica. In sostanza, si considerano tutte le malattie, comprese quelle organiche, ma secondo una prospettiva olistica. Infatti è stata messa da parte la divisione accademica, a cui si ricorreva fino a qualche tempo fa, tra la psiche, il corpo e la mente. Viceversa, tutto è visto come una rete. Gli studi più recenti, infatti, hanno messo in evidenza la diffusione della mente in tutto il corpo: ciò vuol dire che essa agisce sull’organismo sì a partire dal cervello o dal sistema nervoso, ma anche tramite mediatori nervosi che sono distribuiti lungo tutto il corpo.

Le malattie psicosomatiche e la psico-neuro-endocrino-immunologia (PNEI)

La psico-neuro-endocrino-immunologia è la scienza che studia questo ambito: si parte dal presupposto che vi sia una connessione fra il sistema immunitario, il sistema endocrino, il sistema nervoso e la psiche. Un ruolo di grande rilievo è quello che viene svolto dal sistema immunitario, il quale serve sia alla produzione di anticorpi necessari per combattere le malattie infettive attraverso le cellule immuno-competenti, ma anche come rete di comunicazione che collega il corpo e il cervello. Questo è il motivo per il quale la mente non si trova unicamente nel cervello ma è localizzata anche a livello intestinale, nei polmoni, nel cuore, nel fegato, e così via.

L’apparato immunitario

Individuare e distinguere le sostanze estranee all’organismo è uno dei compiti più importanti tra quelli che vengono svolti dall’apparato immunitario. Si tratta di un sistema dell’organismo complesso che, dopo aver captato le sostanze estranee, le rende inattive in modo da garantire non solo l’integrità fisica ma anche quella psicologica. È grazie all’apparato immunitario che le risposte del corpo umano rispetto agli stimoli ambientali possono essere monitorate, gestite e regolate, così che l’organismo abbia a disposizione una difesa efficace nei confronti di stimoli che potrebbero potenzialmente risultare pericolose. L’attività del sistema immunitario è principalmente determinata dai globuli bianchi che si trovano nel sangue, e che sono i responsabili della produzione degli anticorpi.

Lo stimolo del sistema immunitario

Sono gli anticorpi a intervenire sugli antigeni, i quali sono elementi che non appartengono all’organismo e quindi vengono riconosciuti come estranei. Il sistema immunitario viene stimolato non solo perché un antigene estraneo, ma anche in funzione del suo livello di pericolosità. A seconda dei dati che sono codificati nel genoma, che corrisponde al materiale genetico di un organismo, il sistema immunitario sa capire se un certo microbo costituisce un pericolo potenziale per l’organismo oppure no. Ma c’è un’altra capacità importante del sistema immunitario, ed è quella di ricordare specifiche informazioni, in modo che l’organismo possa risultare immune agli antigeni in cui si è già imbattuto in passato. Il sistema immunitario si attiva non solo in reazione agli stimoli antigenici, ma anche ad alcuni input psicologici e neurologici, oltre che emozionali, grazie alle sostanze che vengono prodotte dai neuroni (i neuropeptidi e i neurotrasmettitori). Ci possono essere anche stimoli endocrini, che provengono da ormoni che sono prodotti dall’ipofisi e dall’ipotalamo: l’acetilcolina, la noradrenalina e l’adrenalina.

Il rapporto tra il sistema nervoso centrale e il sistema immunitario

Il sistema nervoso centrale è sempre in comunicazione con il sistema immunitario, dal momento che tramite i neuropeptidi le cellule immunitarie mettono a disposizione dell’apparato neurologico le informazioni in cui si sono imbattute monitorando l’organismo. I neuropeptidi non sono altro che molecole che sono intercettate dalle cellule immunitarie, da quelle endocrine e da quelle nervose. Le varie ricerche che si concentrano su tali connessioni formano la PNEI, vale a dire la psico-neuro-endocrino-immunologia. Si tratta di una disciplina che studia le relazioni fra la mente e il sistema immunitario, il sistema nervoso e il sistema endocrino, che corrispondono agli apparati di regolazione fisiologica da cui l’organismo umano è composto.

L’approccio della PNEI

Le tecniche terapeutiche che prevedono un approccio olistico e che si basano sulla relazione fra la mente e il corpo, insieme con l’antica medicina greca, quella tradizionale cinese e l’ayurveda, indagano la connessione tra l’organismo e la psiche da lungo tempo. Al contrario la medicina tradizionale occidentale si è avvicinata a questi aspetti unicamente dagli anni Trenta del secolo scorso, dopo le ricerche compiute sullo stress da Hans Selye, un medico austriaco. In effetti lo stress ha una funzione di primo piano dal punto di vista dell’analisi delle risposte fisiche e psicologiche che sono correlate all’intreccio dei vari apparati.

Che cosa succede quando si è stressati

Nel momento in cui ci si trova in una situazione di stress, l’organismo è assalito da una valanga di ormoni, come per esempio il cortisolo e l’adrenalina. Nel caso in cui lo stress sia caratterizzato da una fase acuta e da una durata breve, in un primo momento l’effetto che si ottiene è positivo, dal momento che il leggero rialzo ormonale che si verifica aumenta la capacità di prestare attenzione e di concentrarsi. Quindi, vengono attivate delle reazioni di adattamento, mentre l’azione immunitaria viene amplificata dalla lieve crescita ormonale. Tuttavia, se la psiche della persona ha a che fare con sentimenti di angoscia, di sconforto, di risentimento, di rabbia, di dolore o di sofferenza, evidentemente per un coinvolgimento di tipo emotivo, le sostanze che vengono rilasciate diventano pericolose, anche se avevano generato conseguenze positive nella fase iniziale di stress. Lo stress cronico si contraddistingue per l’attivazione di meccanismi che possono arrecare danni, come la soppressione o comunque la riduzione della risposta immunitaria. Lo sviluppo di autoanticorpi può essere abbinato a patologie autoimmuni come il diabete mellito di tipo I e la tiroidite di Hashimoto.

Il rapporto tra mente e corpo

In base alla prospettiva della PNEI, lo stress e le emozioni condizionano la salute fisica, mentre l’organismo subisce l’influsso della psiche. La reattività del sistema immunitario è decisamente più elevata rispetto a ciò che si immaginava in precedenza, anche grazie alla sua comunicazione profonda con la psiche. Nel momento in cui si prende in esame il livello di alterazioni biologiche a cui si va incontro come reazione allo stress è necessario considerare oltre alla presenza dello stress (spesso causa di herpes labiale) tutte le variabili soggettive che cambiano da persona a persona, come per esempio la gestione dello stimolo stressante a partire da una sua valutazione cognitiva meticolosa. Possono essere scelte non solo terapie psicologiche, ma anche medicine alternative per un approccio integrato.

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