Quando, alla fine del 1917,
Stravinskij sedette al pianoforte per presentare a Diaghilev lo
spartito delle sue Noces, era stato a Napoli pochi mesi prima,
insieme a Picasso. Certo, mai avrebbe immaginato che in quella
stessa città, oltre un secolo più tardi, sarebbe stata concepita
una vera e propria traduzione del suo lavoro: Les Noces ovvero
Lo 'Ngaudio, per soli, coro, 4 pianoforti e percussioni, stessa
partitura e stesso testo, ma sostituendo al russo il dialetto
garganico. L'autore è Roberto De Simone, compositore, regista
teatrale, studioso dell'espressività popolare nel Sud, capace di
intrecciare la musicologia più alta con la ricerca etnologica.
Celebre la stagione legata alla Nuova Compagnia di Canto
Popolare. È questo il cuore del primo degli omaggi che Ravenna
Festival dedica al 50esimo anniversario della morte di Igor
Stravinskij il 12 giugno alle 21.30 alla Rocca Brancaleone. Il
programma, eseguito da un organico diretto da Marcello Panni,
sarà completato da due brani del repertorio contemporaneo:
Psychopompos per 6 putipù e marimba di Giorgio Battistelli e
Quartet per 2 pianoforti e 2 vibrafoni di Steve Reich.
"Dell'opera - spiega Roberto De Simone - conoscevo le catene
fonetiche, le rime, le allitterazioni, le frasi idiomatiche...
il lampo mi colse d'improvviso, notando una profonda affinità
tra Le Nozze e i canti popolari del Gargano che avevo raccolto a
a Carpino, a Monte Sant'Angelo, a San Marco in Lamis, a Rodi
Garganico e in altri paesi della zona. Ora mi si palesavano le
coincidenze fonetiche tra quei canti eseguiti sulle anomale
armonie delle chitarre battenti e gli agglomerati pianistici di
Igor', magari riferiti a immaginarie corde di balalaiche. Ne ero
sufficientemente convinto: occorreva trasporre il russo in un
testo fonetico in lingua garganica, che avrebbe potuto ridare
sonorità e significato rituale e religioso all'opera,
avvicinandola alla sensibilità del nostro immaginario fonetico,
in cui si invocano San Michele, la Vergine Maria, gli Apostoli,
parimenti come a Mosca, a Kiev e nelle aree slave."
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