Secondo vecchi racconti e antichi
libri nella "Grave degli appestati" a Fasano (Brindisi) a 60
metri di profondità, furono seppellite decine di morti della
peste che colpì la città alla fine del XVII secolo. Ieri, dopo
oltre tre secoli, potrebbe essere stata trovata per la prima
volta la prova di quella storia. Il teschio di una persona è
stato ritrovato nella cavità sotterranea. Certezze scientifiche
sulla identità e sulla datazione dei resti ancora non ci sono,
si vedrà se accertamenti tecnici e l'esame del dna confermeranno
l'ipotesi.
La notizia del ritrovamento è stata data da un avvocato di
Fasano, che è anche consigliere regionale del Pd, Fabiano Amati,
sceso ieri nella grotta insieme con uno speleologo per
accompagnare una troupe cinematografica che sta realizzando un
docufilm su Dante e le cavità pugliesi. A quel punto la
inaspettata e casuale scoperta. "Io c'ero e ancora non riesco a
crederci" scrive Amati su facebook. "L'abbiamo chiamata
Laurenzia - prosegue - abbiamo ritrovato i resti mortali di una
persona, un teschio. Per tradizione si è sempre raccontato che
in questa grandissima grotta furono seppelliti i morti della
peste che colpì Fasano e i comuni limitrofi nel 1690-91.
Nonostante il racconto e numerose ispezioni, mai nessuno era
però risuscito a portare alla luce resti umani in grado di
confermare i fatti, anche perché la grotta è stata utilizzata
nei secoli per accumulare materiale raccolto dagli
spietramenti". Ora "la probabile svolta e la possibilità, dopo
accurate e necessarie verifiche, che il racconto per tradizione
diventi storia" dice Amati. "Non sappiamo, ovviamente, se di
uomo o donna, ma siccome" il 10 dicembre "si festeggia la
Madonna di Loreto, abbiamo pensato di chiamarla Laurenzia".
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