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Launeddas e canti a tenore, la scommessa delle contaminazioni

Launeddas e canti a tenore, la scommessa delle contaminazioni

Studiosi a confronto sulle evoluzioni della musica tradizionale

NUORO, 02 febbraio 2024, 16:07

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La Sardegna raccontata attraverso la musica strumentale e vocale tradizionale, in un excursus storico che va dai tempi antichi fino alle evoluzioni dei linguaggi musicali in epoca più recente. Se ne è parlato oggi all'Isre di Nuoro nell'ultimo incontro del programma "Musas e Terras" promosso dall'associazione Campos con l'Università di Cagliari e l'Istituto superiore etnografico della Sardegna.
    Davanti a una platea di studenti liceali, protagonisti anche di intermezzi musicali e vocali, studiosi e musicologi si sono alternati per spiegare i cambiamenti avvenuti negli anni: Marco Lutzu e Roberto Milleddu, docenti di Etnomusicologia rispettivamente all'Università e al Conservatorio di Cagliari, Roberto Corona, suonatore di launeddas, Tonino Leoni, studioso di ballo sardo, Carlo Boeddu, esperto di strumenti a mantice.
    "Con il tempo che cambia sono cambiate e si sono evolute anche le musiche tradizionali sarde - ha sottolineato Lutzu - Prendiamo le launeddas e gli strumenti a mantice come gli organetti e le fisarmoniche: negli ultimi decenni si sono evoluti sia per la forza creativa dei suonatori, che per le contaminazioni e sperimentazioni con altri musicisti, in testa gli artisti jazz".
    "Sugli strumenti a mantice - ha aggiunto - abbiamo solo 100 anni di documentazione, mentre sui canti a tenores ne abbiamo tremila. Oggi sulle launeddas e sui tenores si sono inseriti gli strumenti a mantice che non li sotituiscono ma convivono insieme". Importante per il docente, "trasmettere ai ragazzi la storia della musica che è cultura: conoscere la nostra musica tradizionale significa anche consocere i sardi e la propria storia". Un aspetto, quello delle nuove generazioni, caro anche al presidente dell'Isre Stefano Lavra: "Ritengo che i giovani debbano conoscere la propria storia musicale e la debbano ascoltare accanto a tutte le altre musiche di cui sono subissati. Attingere da fonti diverse - ha chiarito - significa intrecciare un dialogo arricchente tra tradizione e innovazione".
    Sulla storia degli strumenti a mantice si è soffermato il prof. Roberto Milleddu: "Sono figli dell'epoca industriale, quando si sono diffusi in tutta Europa compresa la Sardegna, e oggi sono gli strumenti principali per accompagnare il ballo sardo. Da noi sono strumenti che convivono con le launeddas e i canti a tenores, mentre in molti casi hanno scalzato strumenti antichi, come la zampogna ad esempio. Naturalmente modellano le pratiche musciali preesistenti: l'effetto innovazione è stato potentissimo anche in Sardegna".
   

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