AnimaLiberAction, associazione
nazionale a tutela dei diritti animali, nata a gennaio del 2019
che conta più di 1000 aderenti in tutta Italia, a seguito degli
ennesimi atti di violenza contro gli animali richiede
l'inasprimento delle pene attualmente previste per gli
aggressori e assassini degli animali.
"I crimini che hanno portato alla morte del cane Aaron,
bruciato vivo del suo proprietario, e dei gatti Leone, scuoiato
vivo, e Leone due, a cui è stato fatto esplodere un petardo in
bocca, entrambi morti dopo immani sofferenze, sono soltanto la
punta dell'iceberg di un vasta e vergognosa realtà di violenza e
morte causata agli animali da mano umana.
Le pene attualmente in essere, (articolo 544 ter del codice
penale), prevedono che chiunque, per crudeltà o senza necessità,
cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie
o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le
sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre
mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro. Se
sopraggiunge la morte dell'animale la pena aumenta della metà.
"È evidente la sproporzione, sia in termini etici che legali,
tra il danno, abnorme, e la pena, irrisoria, che colpisce
vittima e carnefice.
Tali pene non risarciscono il danno, né il sentire sociale, né
tantomeno costituiscono deterrente per futuri atti criminali ai
danni degli animali".
"Come associazione - dice il presidente Gianluca Bisogno -
stiamo raccogliendo le firme, attraverso i nostri canali social,
nell'obiettivo di presentare in Parlamento 500.000 nomi, 500.000
voci che insieme a noi domandano una società nuova, giusta, in
cui, anche in termini educativi, l'uccisione di un animale sia
concepita come azione criminale gravissima e come tale punita,
attraverso pene esemplari, da creare ad hoc".
Con queste parole dell'Associazione, ha dichiarato la ferma
volontà di adeguare la normativa vigente al male cagionato agli
animali. https://linktr.ee/AnimaLiberAction
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