Nel 2104 comprò alla stazione
comprò dei biglietti del treno, diretto a Milano, ad alcuni
migranti che siriani che erano sbarcati a Siracusa. Per questo
l'attivista per i diritti umani la marocchina Nawal Soufi è
stata denunciata ed è a processo a Catania per procurato
ingresso clandestino, ma la Procura ha chiesto alla terza
sezione penale del Tribunale di assolvere l'imputata. Alla
richiesta si è unita la difesa, con l'avvocata Rosa Emanuela Lo
Faro. I giudici hanno aggiornato l'udienza al prossimo 12 aprile
per eventuali repliche e la successiva camera di consiglio.
"Anche la Procura di Catania - spiega la penalista -
condivide la posizione di Nawal Soufi, impegnata da anni nel
campo del sociale e nell'aiuto ai migranti. Anche l'accusa ha
riconosciuto che lei aì nel suo ruolo di attivista sociale e che
non aveva alcuno scopro di lucro, né diretto e né indiretto,
quindi il fatto non sussiste. Abbiamo condiviso la richiesta
della Procura, associandoci e chiedendo in subordine di
riconoscere il comma 2 dell'articolo 12 del testo unico
sull'immigrazione che afferma che 'non costituiscono reato le
attività di soccorso e assistenza umanitaria prestate in Italia
nei confronti degli stranieri in condizioni di bisogno comunque
presenti nel territorio dello Stato'".
Nell'estate del 2014 Nawal Soufi ricevette il premio 'Donna
di frontiera', nell'ambito del festival internazionale del
cinema di Frontiera di Marzamemi (Siracusa). La giovane
attivista che vive a Catania dove è arrivata con i suoi genitori
più di 30 anni fa è stata un punto di riferimento per i tanti
migranti che approdano in Sicilia.
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