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Manes, quando il processo penale viene deformato dalla stampa

Manes, quando il processo penale viene deformato dalla stampa

Presentato a Marsala il libro "Giustizia mediatica"

PALERMO, 13 luglio 2023

YGR-FI

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Giuseppe Rizzuto) "Il processo penale viene deformato dalla spettacolarizzazione delle notizie. A farne le spese sono i diritti fondamentali della persona". Lo dice all'ANSA, Vittorio Manes, ordinario di diritto penale all'Università di Bologna, autore di "Giustizia mediatica - gli effetti perversi sui diritti fondamentali e sul giusto processo" (Il Mulino). Il libro, che è stato già tradotto in spagnolo e portoghese, e presto avrà una sua versione in inglese, verrà presentato, alla presenza dello stesso autore, domani (venerdì 14 luglio), alle 18,30, presso il Teatro a mare Pellegrino 1880, alla Salina Genna di Marsala. Moderati dall'avvocato Giacomo Frazzitta, interverranno il procuratore della Repubblica a Marsala Fernando Asaro, il giudice per le indagini preliminari di Trapani Giancarlo Caruso, il presidente dell'Ordine dei giornalisti di Sicilia Roberto Gueli e l'avvocato Vito Cimiotta, dell'Osservatorio nazionale dell'informazione giudiziaria dell'Unione camere penali.
    Secondo Manes, "l'informazione si concentra nella fase preliminare, quella delle indagini, dominata dall'impostazione accusatoria del pubblico ministero (la fase delle ipotesi) e dove la difesa non partecipa e non c'è stata alcuna interlocuzione diversa rispetto alla versione dell'accusa. Lo specchio mediatico riflette una sola delle voci e delle ipotesi.
    E' uno specchio che distorce e attribuisce un crisma di verità a quella che è soltanto un'ipotesi d'accusa che dovrà essere poi misurata nel processo con il contraddittorio fra le parti. Se c'è una sentenza di assoluzione questa finisce sui giornali con poche righe anche se nella fase d'avvio delle indagini erano state dedicate pagine e pagine di giornali con titoli cubitali".
    Tra i processi spettacolarizzati Manes cita quelli di Bibbiano, delle presunte spese pazze all'Assemblea regionale siciliana (la cosiddetta rimborsopoli), della presunta trattativa Stato-mafia. "Si dovrebbe evitare di divulgare le foto e i nomi fino a che i soggetti sono coperti dalla presunzione d'innocenza - aggiunge Manes - è fondamentale salvaguardare anche gli altri valori come la vita privata e familiare. La divulgazione delle intercettazioni rende pubblico uno strumento di indagine. Quello che per il codice penale è un semplice mezzo di ricerca della prova, nell'immaginario collettivo diventa un mezzo di prova. Per Manes, che all'attività accademica affianca quella di penalista (ha difeso, tra gli altri, Bruno Contrada, Mario Mori e Giuseppe De Donno), "la presunzione d'innocenza è, prima di tutto, una regola di trattamento. Impone di non lasciare ombre di colpevolezza sulla persona prima di una sentenza passata in giudicato". Da Manes arriva una proposta: "si potrebbero prevedere incentivi per le aziende editoriali che rispettano i diritti fondamentali".
   
   

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