MAURIZIO SERRA, IL CASO MUSSOLINI
(Neri Pozza, pp.512, 19 euro). Chiudere i conti con il Fascismo
sembra essere impresa ancora ardua, dal momento che questa
pagina di storia pesa ancora come un macigno sulla coscienza
degli italiani: ecco perché Maurizio Serra ne "Il caso
Mussolini", edito da Neri Pozza, ha deciso di riesaminare la
vicenda umana e politica del Duce per comprendere chi realmente
fosse.
L'autore non ha voluto scrivere una biografia né raccontare
l'Italia dal ventennio fascista alla Liberazione, ma costruire
un ritratto autentico di Mussolini, indagandone le pulsioni
profonde, le scelte (e non scelte), le affermazioni e i
comportamenti che si sono riverberati sul destino del Paese.
Attraverso una ricca e precisa documentazione storica, Serra
descrive il Duce come un uomo in cui la dissimulazione è stata
una costante dall'inizio alla fine, uomo mosso da un perenne
risentimento e da un permanente istinto di difesa e offesa,
incapace di prendersi le proprie responsabilità, un condottiere
"miope", sempre guidato da "razza, rito e guerra", la triade
costitutiva della fenomenologia fascista. "Indifferente, nutrito
di un'impassibilità rara nel nostro carattere e nella nostra
storia", Mussolini è secondo Serra è dunque pienamente
responsabile del disastro in cui ha condotto l'Italia: l'autore
respinge dunque la tesi spesso presente nei libri che raccontano
il regime, secondo cui il totalitarismo fascista sia stato un
totalitarismo "all'italiana", meno letale del suo equivalente
nazista.
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