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Glauco Mauri si racconta in libro, una vita dedicata al teatro

Glauco Mauri si racconta in libro, una vita dedicata al teatro

L'artista presenta il suo volume alla Pergola di Firenze l'11/3

FIRENZE, 05 marzo 2024, 15:18

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Si intitola 'Le lacrime della Duse. Ritratto di un artista da vecchio' (Edizioni Falsopiano), il libro di Glauco Mauri che sarà presentato al Teatro della Pergola di Firenze l'11 marzo, alle 18:30.
    Nel volume Mauri, classe 1930, racconta la sua vita, attraverso pagine ricche degli aneddoti e dei ricordi della sua lunga e fortunata carriera, che sono anche gli aneddoti e i ricordi dell'intera storia teatrale italiana. Il libro, spiega una nota, è dedicato a Roberto Sturno, scomparso di recente, insostituibile compagno di lavoro per oltre quarant'anni di Mauri. "Vorrei fosse chiaro che non mi servo della vita - scrive Glauco Mauri, Premio Chiave d'oro del Primo Camerino del Teatro della Pergola e Medaglia d'onore degli Accademici immobili - per parlare di me, ma uso me stesso per parlare della vita. Ho più di 90 anni e ho sempre cercato di stare con le antenne della mente e del cuore ben vibranti, per tentare di comprendere qualcosa della grande avventura del vivere". "A quindici anni - ricorda Mauri - sono salito, per la prima volta, sopra un palcoscenico, poi per 72 ho dedicato la mia vita al teatro. Luci e ombre, successi e fallimenti, e devo confessare che i secondi mi sono stati più utili".
    Nato a Pesaro, con l'adolescenza vissuta durante la guerra con la sola mamma e i due fratelli di molto più grandi al fronte, per Mauri l'amore per il teatro è nato prestissimo e, ancora ragazzino, spettatore assiduo degli spettacoli lirici al Teatro Rossini. Poi l'ammissione all'Accademia d'Arte Drammatica "Silvio D'Amico" di Roma e il primo grande successo da professionista, a soli 23 anni, nel ruolo di Smerdjakov ne I fratelli Karamazov nella compagnia Lilla Brignone e Gianni Santuccio, diretto da André Barsacq. Nel volume anche il racconto delle tournée sudamericane con Memo Benassi nei primi anni Cinquanta, alla quale è legato il ricordo che ha dato il titolo al libro. E poi, la nascita della Compagnia Mauri Sturno, quando decise di percorrere una strada propria e autonoma affiancato da Roberto Sturno. Compagnia che in quarantadue anni di attività ha affrontato i testi sommi della storia del teatro con una propria sigla interpretativa.
   

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