(Luciano Fioramonti)
Bambina prodigio sulle punte,
testarda già a tre anni e mezzo nel voler diventare grande
ballerina affrontando sacrifici e rinunce, una vita diversa
dalle coetanee per coronare il suo sogno, e la difficoltà poi di
trovarsi sola all' estero nel tempio del balletto, superando gli
ostacoli per diventare finalmente etoile dell' Opéra de Paris.
E' un viaggio emozionante e una grande lezione di vita il
docufilm ''Eleonora Abbagnato, una stella che danza'' firmato da
Irish Braschi che sarà trasmesso in prima serata il 29 marzo su
Rai3 e Raiplay per raccontare l' avventura e i successi dell'
artista, oggi direttrice del corpo di ballo e della scuola di
danza del Teatro dell'Opera di Roma. Prodotto da Matteo Levi per
la 11 Marzo Film in collaborazione con Rai Documentari, incrocia
passato e presente, le parole dei genitori, dell' amica del
cuore Evelina e della sua prima maestra di danza Marisa, le
testimonianze di grandi cantanti che hanno lavorato con lei come
Claudio Baglioni e Vasco Rossi e degli amici-attori Ficarra e
Picone. Un puzzle che prende le mosse da Palermo dove la piccola
Eleonora passava ore e ore a guardare i giovani della scuola di
ballo che poi avrebbe frequentato sbaragliando tutti. Il padre
la portò a vedere un balletto a teatro e la tenne in braccio
fino a farsi venire i crampi perchè lei non voleva saperne di
scendere. ''Ero entrata in una favola - dice la grande
ballerina -. Ce la devi fare, devi entrare in quel teatro''. In
un continuo rimando di ricordi e momenti di commozione, scorrono
l'esperienza a 11 anni all' Accademia di Danza a Montecarlo e
poi alla Scala. Ecco i grandi nomi del balletto, dal geniale
Roland Petit, che la volle al Massimo di Palermo per La Bella
Addormentata, a Carla Fracci - ''l' incontro che mi ha cambiato
la vita''. E, infine, a 14 anni, l' approdo all' Opera di
Parigi. Anni duri e di solitudine sofferta per 'la piccola
mafiosa' - così la chiamavano le mamme delle sue giovani
colleghe francesi - che trovò nella direttrice Claude Bessy
appoggio e rassicurazioni. ''Quando una è brava è sempre sola'',
osserva la mamma. Nel tempio della danza parigino Eleonora è
diventata prima ballerina a 23 anni ma la nomina ad ètoile tanto
attesa tardava ad arrivare. E allora ecco le esperienze di
cinema con Ficarra e Picone, gli incontri con Baglioni e Vasco
Rossi, la partecipazione come ospite al Festival di Sanremo.
Etoile dell' Opèra poi lo è diventata, punto di arrivo di un
lavoro durato 30 anni coronato da una commovente serata d'
addio. In un cerchio che nel docufilm si chiude con la figlia
Julia, anche lei ballerina in erba, che interpreta la madre da
ragazzina sulle note del pianoforte suonato da Dardust. ''Faccio
la forte ma alla fine non lo sono'', ha ammesso Eleonora
Abbagnato asciugandosi una lacrima al termine della proiezione.
''L' idea di questo lavoro - ha detto il regista Irish Braschi -
era raccontare il sogno della bambina che ha raggiunto l' Olimpo
della danza. Nessun sogno è impossibile quando c' è questo
fuoco''.
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