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Sola e testarda sognandosi étoile, Abbagnato si racconta

Sola e testarda sognandosi étoile, Abbagnato si racconta

Nel docufilm 'Una stella che danza' su Rai3 il 29 marzo

ROMA, 23 marzo 2024, 12:50

Redazione ANSA

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(Luciano Fioramonti) Bambina prodigio sulle punte, testarda già a tre anni e mezzo nel voler diventare grande ballerina affrontando sacrifici e rinunce, una vita diversa dalle coetanee per coronare il suo sogno, e la difficoltà poi di trovarsi sola all' estero nel tempio del balletto, superando gli ostacoli per diventare finalmente etoile dell' Opéra de Paris.
    E' un viaggio emozionante e una grande lezione di vita il docufilm ''Eleonora Abbagnato, una stella che danza'' firmato da Irish Braschi che sarà trasmesso in prima serata il 29 marzo su Rai3 e Raiplay per raccontare l' avventura e i successi dell' artista, oggi direttrice del corpo di ballo e della scuola di danza del Teatro dell'Opera di Roma. Prodotto da Matteo Levi per la 11 Marzo Film in collaborazione con Rai Documentari, incrocia passato e presente, le parole dei genitori, dell' amica del cuore Evelina e della sua prima maestra di danza Marisa, le testimonianze di grandi cantanti che hanno lavorato con lei come Claudio Baglioni e Vasco Rossi e degli amici-attori Ficarra e Picone. Un puzzle che prende le mosse da Palermo dove la piccola Eleonora passava ore e ore a guardare i giovani della scuola di ballo che poi avrebbe frequentato sbaragliando tutti. Il padre la portò a vedere un balletto a teatro e la tenne in braccio fino a farsi venire i crampi perchè lei non voleva saperne di scendere. ''Ero entrata in una favola - dice la grande ballerina -. Ce la devi fare, devi entrare in quel teatro''. In un continuo rimando di ricordi e momenti di commozione, scorrono l'esperienza a 11 anni all' Accademia di Danza a Montecarlo e poi alla Scala. Ecco i grandi nomi del balletto, dal geniale Roland Petit, che la volle al Massimo di Palermo per La Bella Addormentata, a Carla Fracci - ''l' incontro che mi ha cambiato la vita''. E, infine, a 14 anni, l' approdo all' Opera di Parigi. Anni duri e di solitudine sofferta per 'la piccola mafiosa' - così la chiamavano le mamme delle sue giovani colleghe francesi - che trovò nella direttrice Claude Bessy appoggio e rassicurazioni. ''Quando una è brava è sempre sola'', osserva la mamma. Nel tempio della danza parigino Eleonora è diventata prima ballerina a 23 anni ma la nomina ad ètoile tanto attesa tardava ad arrivare. E allora ecco le esperienze di cinema con Ficarra e Picone, gli incontri con Baglioni e Vasco Rossi, la partecipazione come ospite al Festival di Sanremo.
    Etoile dell' Opèra poi lo è diventata, punto di arrivo di un lavoro durato 30 anni coronato da una commovente serata d' addio. In un cerchio che nel docufilm si chiude con la figlia Julia, anche lei ballerina in erba, che interpreta la madre da ragazzina sulle note del pianoforte suonato da Dardust. ''Faccio la forte ma alla fine non lo sono'', ha ammesso Eleonora Abbagnato asciugandosi una lacrima al termine della proiezione.
    ''L' idea di questo lavoro - ha detto il regista Irish Braschi - era raccontare il sogno della bambina che ha raggiunto l' Olimpo della danza. Nessun sogno è impossibile quando c' è questo fuoco''.
   

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