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Confindustria-Deloitte, 'transizione ma con competitività' (2)

Confindustria-Deloitte, 'transizione ma con competitività' (2)

ROMA, 23 aprile 2024, 17:19

Redazione ANSA

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"Il coinvolgimento della comunità imprenditoriale del G7 - sottolinea ancora Katia Da Ros - offre una piattaforma preziosa per collaborare con i ministri alla luce delle complesse sfide poste dagli obiettivi di sostenibilità. E' fondamentale creare delle sinergie tra pubblico e privato, promuovendo un approccio alla transizione basato sulla neutralità tecnologica e sullo stimolo agli investimenti nell'economia circolare, capaci di coniugare tutela ambientale, sicurezza degli approvvigionamenti e competitività.
    Per Emanuela Trentin, ceo di Siram Veolia, "transizione energetica e decarbonizzazione sono processi necessari e irreversibili. Parliamo - dice - di un cammino che ci vede direttamente coinvolti e che, grazie a tecnologie, competenze e strumenti a nostra disposizione, possiamo percorrere fino in fondo. Per rispondere alle sfide cogenti mettiamo a disposizione le nostre soluzioni di efficientamento energetico, produzione locale di energia rinnovabile e un consolidato know-how di esperienza nel settore. Siamo orgogliosi di partecipare a un momento di confronto significativo e urgente, insieme alle istituzioni e ai più importanti stakeholder di riferimento del settore per imprimere una forte e collettiva accelerazione al percorso verso il Net Zero entro il 2050" L'analisi di Confindustria e Deloitte mette a fuoco lo scenario internazionale dopo la Cop28 di Dubai: "Gli impegni della COP 28 sullo sviluppo delle rinnovabili sono in linea con gli scenari IEA-NZE (Net Zero Emissions). Tuttavia, i progressi finora registrati sono troppo lenti e tali da rendere prevedibile un incremento delle temperature globali ben al di sopra del limite di 1,5°C previsto dagli accordi di Parigi. Dunque - viene indicato -, nonostante i rapidi progressi nella diffusione di alcune tecnologie energetiche pulite, una forte accelerazione alla transizione energetica dovrà essere impressa a partire dal 2024"; è "necessario ricordare come la transizione energetica e ambientale, unita alle crisi e alle tensioni geopolitiche in corso, ponga rischi per la competitività delle economie dei Paesi del G7, con minacce specifiche per il settore industriale esposto alla competizione internazionale".
    Tra le sfide per la competitività B7, l'approfondimento mentte in risalto che "tra gli svantaggi competitivi vi è l'elevato costo delle emissioni di gas serra nel G7 rispetto ai Paesi che non hanno ancora adottato efficaci politiche di sostenibilità. I costi elevati dell'energia elettrica costituiscono un ulteriore onere, in particolare per le aziende e i consumatori europei che sostengono prezzi tra i più alti a livello internazionale, doppi rispetto al mercato cinese. Altro aspetto da considerare è l'elevato valore degli stranded assets, dovuto all'obsolescenza anticipata delle infrastrutture energetiche delle fonti fossili, sostenuto in maniera più rilevante dai Paesi caratterizzati da una transizione energetica più veloce e valutato dall'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) in 4 mila miliardi di dollari".
    È necessario, poi, "prendere atto del fattore di rischio legato al sostanziale controllo cinese delle supply chain coinvolte nella transizione energetica, con quote che vanno da circa l'80% per il fotovoltaico al 65% per le batterie, con la prospettiva di passare dalla dipendenza storica del nostro sistema energetico dai combustibili fossili a quella per l'approvvigionamento delle tecnologie verdi".
    "Affrontare queste sfide - evidenziano Confindustria e Deloitte, knowledge partner del B7 - richiede un grande aumento degli investimenti pubblici e privati, regolamentati da politiche pubbliche convergenti tra i Paesi del G7". Politiche che "devono stabilire regole di mercato chiare per mitigare gli impatti economici della transizione, promuovere un assetto energetico globale resiliente e diversificato, incoraggiare la transizione e ridurre la vulnerabilità dei mercati. Lo sviluppo che ne deriverebbe, oltre a mitigare i rischi e i costi della transizione, consentirebbe di coglierne a pieno i vantaggi in termini di indipendenza e resilienza energetica, di benefici ambientali e di creazione di ricchezza e di nuovi posti di lavoro".
   

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