La Corte costituzionale della
Colombia ha riconosciuto il cambiamento climatico e alcuni
impatti ambientali come causa di "sfollamento forzato".
I giudici hanno esaminato un ricorso presentato da una coppia
di agricoltori che si erano visti costretti a lasciare le loro
proprietà a causa delle inondazioni del fiume Bojabá, nel
dipartimento di Arauca. Secondo i ricorrenti, l'evento ha
impedito loro di tornare a casa e le azioni delle autorità erano
state "insufficienti".
La Corte ha stabilito che "lo Stato ha una serie di obblighi
prima, durante e dopo lo sfollamento dovuto a fattori
ambientali". Una decisione considerata senza precedenti in un
Paese con milioni di persone costrette a fuggire dalle proprie
abitazioni per via del conflitto armato interno.
Il massimo tribunale colombiano "ha esaminato il concetto di
sfollamento forzato dovuto a fattori ambientali e ha
sottolineato che questo può essere causato sia da improvvisi
disastri ambientali, sia da processi graduali di deterioramento
ambientale, come il cambiamento climatico, la deforestazione o
l'acidificazione degli oceani", si legge in una nota.
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