ADDIS ABEBA - Il premier etiope Abiy Ahmed Ali ha reso noto attraverso la tv di Stato che l'esercito è entrato nella capitale del Tigrè, Macallè. La capitale regionale del Tigrè è stata indicata come l'ultima offensiva di questa operazione militare. "Siamo riusciti ad entrare nella città senza prendere di mira civili innocenti", ha detto Abiy in un comunicato diffuso dalla televisione di stato etiope Ebc. Pesanti bombardamenti dell'esercito avevano colpito stamane la capitale del Tigrè, in Etiopia. Lo riferiscono il governo locale e le organizzazioni umanitarie.
L'esercito etiope "ha iniziato a colpire con armi pesanti e artiglieria il centro di Mekele (Macallè)", ha affermato il governo locale in un comunicato diffuso dai media, affermazione poi confermata da due funzionari umanitari con personale in città.
"Lo stato regionale del Tigrè invita tutti coloro che hanno la coscienza pulita, inclusa la comunità internazionale, a condannare i bombardamenti di artiglieria ed aerei e i massacri che vengono commessi", si legge nel comunicato del governo locale, ripreso dai media che annunciava l'attacco dell'esercito sulla capitale del Tigrè. Il primo ministro Abiy Ahmed, vincitore del Premio Nobel per la pace dello scorso anno, ha annunciato il 4 novembre di aver ordinato operazioni militari contro il partito al governo del Tigrè, il Fronte di liberazione del popolo dei Tigrè (Tplf). Più di tre settimane di aspri combattimenti hanno provocato migliaia di morti "tra cui molti civili e forze di sicurezza", ha detto ieri l'ong International Crisis Group. Decine di migliaia di rifugiati si sono riversati oltre il confine in Sudan e ieri notte i razzi lanciati dal Tigrè hanno colpito per la seconda volta la capitale della vicina Eritrea, aggravando i timori che il conflitto potrebbe estendersi nella regione del Corno d'Africa.
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