"Sono stata in Amazzonia, nel Borneo,
ho visto la distruzione della foresta, della natura e la grande
minaccia per gli animali. Sicuramente avevo tutto in mente
mentre lavoravo a questo spettacolo. Ma non penso che il teatro
debba dare lezioni. Io non cerco di cambiare il mondo. Cerco
però di far riflettere e pensare". E' così che Robert Wilson, il
Maestro "visionario" del teatro, si è tuffato nell'universo di
un libro come "Jungle Book" di Rudyard Kipling e insieme al
surreale duo folk CocoRosie (è la loro quarta collaborazione sul
palcoscenico) lo ha trasformato in uno spettacolo "che sogno
guardi tutta la famiglia insieme", ricco di citazioni e
linguaggi musicali diversi, con un cast di giovani musicisti e
interpreti tutti "di provenienza, etnia e background diversi".
Un progetto avviato dal Théâtre de la Ville di Parigi,
coprodotto dal Teatro della Pergola di Firenze, presentato in
anteprima mondiale al Grand Théâtre du Luxembourg nel 2019,
che ora, a due anni dal grande successo del suo "Mary said what
she said" con Isabelle Huppert e dopo i lunghi stop per la
pandemia, arriva in esclusiva italiana al Teatro della Pergola
di Firenze, da giovedì 3 a domenica 6 febbraio.
"E' stata mia zia a leggermi il libro, quando ero bambino in
Texas e poi Pierre Nergé a Parigi a suggerirmi di trarne uno
spettacolo - racconta Wilson tra infiniti e romantici aneddoti
personali legati agli animali - Mi sembrava che ora fosse il
momento adatto, perché abbiamo molti motivi di preoccupazione
per l'ambiente, per la sorte degli animali e perchè è
importante, oggi, capire quanto conta la famiglia". Nel
frattempo procede anche il lavoro sul suo progetto sull'Inferno
di Dante. "È stato tutto posticipato per il Covid - spiega - ma
incrocio le dita. Tengo davvero molto a farlo. Ho già cominciato
a raccogliere immagini e a fare disegni, anche se è tutto ancora
in via di formazione".
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