"Un passo importante, al quale
spero possano seguirne altri, per arrivare dalla storicizzazione
alla normalizzazione": è un passaggio dell'intervento del
presidente della Provincia Arno Kompatscher all'apertura del
percorso museale negli spazi sotto al monumento alla Vittoria a
Bolzano, presente il ministro ai beni culturali Dario
Franceschini.
Il monumento alla Vittoria, inaugurato nel 1928 a Bolzano, è
stato storicizzato con la mostra "BZ '18-'45" allestita nei vani
sotterranei e all'esterno con la scritta luminosa "Un Monumento,
una città, due dittature" in italiano, tedesco e inglese. Nella
cripta sotto il monumento il presidente Kompatscher ha esordito
ringraziando il ministro Franceschini "per aver voluto essere
presente a conclusione di un percorso di collaborazione
costruttiva che Stato, Provincia e Comune hanno avviato due anni
e mezzo fa e che ha portato a un risultato storico per la
comunità altoatesina, raggiunto nel rispetto di tutte le
sensibilità."
Kompatscher ha ricordato che "con il Centro di
documentazione, il capoluogo Bolzano può contare ora anche su un
museo della storia locale del XX secolo: in 13 locali e 700
metri quadrati vengono spiegati la storia del Monumento alla
Vittoria e i suoi significati ideologici nonché più in generale
le vicende locali dal 1918 al 1945."
Kompatscher ha voluto poi precisare che "l'apertura di questo
percorso espositivo significa molto di più: significa aprire
alla popolazione nuovi spazi per approfondire il periodo storico
su cui poggia la nostra convivenza e per costruire, attraverso
la conoscenza, un futuro di pace. Per questo il percorso
espositivo dovrà diventare luogo della conoscenza storica e
della memoria davanti a quanto compiuto da nazismo e fascismo in
Alto Adige."
Oggi - secondo il Presidente della Provincia - "servono il
dialogo e la trasmissione di questa conoscenza storica, perchè -
come recita un modo di dire tedesco - "Wenn man's nicht weiss,
kann man's nicht sehen", quello che non si sa, non si riesce a
vedere." Aprire il monumento alla cittadinanza, secondo
Kompatscher, singifica "renderlo accessibile al pubblico
significa liberarlo della sua carica ideologica, toglierlo dalla
connotazione di divisione che per decenni ha alimentato.
Significa farne un monito perché simili periodi di
contrapposizione non si ripetano più. La società civile
dell'Alto Adige è matura per questo passo, al quale confido
possano seguirne altri per arrivare dalla storicizzazione alla
normalizzazione."
Il Presidente ha concluso affermando che "dobbiamo imparare
dalla storia e continuare sulla strada della costruzione di una
piccola Europa in Alto Adige." Di "valore simbolico" e di
"collaborazione preziosa" ha parlato il ministro Dario
Franceschini: "Ci troviamo oggi sotto un monumento che è stato
foriero di divisioni e scontri, ma che oggi è stato trasformato
in un luogo di memoria degli errori e degli sbagli, ma anche
simbolo di pacificazione e rifiuto dei totalitarismi".
Presente alla cerimonia anche il vicepresidente della
Provincia Christian Tommasini, che ha sottolineato "la giornata
importante: un monumento che fino a ieri ha diviso da oggi
diventa luogo che può unire." Secondo Tommasini è importante che
il mondo della scuola scopra e approfondisca questo percorso
museale "per conoscere e capire la storia della nostra terra.
Questo Centro di documentazione è un segnale di come l'Alto
Adige sia capace di fare passi avanti sulla strada del
pluralismo culturale, del plurilinguismo, in definitiva della
cittadinanza europea."
All'inaugurazione anche l'assessore provinciale alla scuola e
cultura tedesca Philipp Achammer, che ha parlato di un passo
verso la trasformazione del monumento in un monito di quello che
regimi totalitari hanno provocato in Alto Adige. "Il messaggio
di questo percorso museale è: mai più! È un segnale per le
prossime generazioni: oggi è più che mai importante conoscere la
storia e trarne i giusti insegnamenti."
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