Il voto sulla proposta di
risoluzione sul "Nodino di Perugia", previsto nella sessione
mattutina della Seconda commissione dell'Assemblea legislativa
dell'Umbria, è stato rinviato ad una delle prossime sedute.
Il motivo principale - spiega un comunicato della Regione - è
che i consiglieri della Lega Francesca Peppucci ed Eugenio
Rondini, i quali già nella scorsa settimana non parteciparono al
nuovo voto sul documento originario, hanno espresso "l'auspicio
- è detto nel comunicato - che la realizzazione dell'opera possa
andare verso una direzione concreta". Per questo non avrebbero
votato favorevolmente anche alla luce di novità emerse
dall'audizione del direttore regionale Stefano Nodessi
nell'audizione della scorsa settimana.
La proposta del presidente Valerio Mancini, accolta con i voti
favorevoli dei commissari di maggioranza (Pastorelli, Peppucci,
Puletti, Rondini-Lega) e sulla quale i commissari di minoranza
(Bianconi-Misto, Bettarelli e Paparelli-Pd) non hanno
partecipato al voto, prevede una rivisitazione del dispositivo
del testo anche se, come ha voluto rimarcare il presidente
Mancini, "nell'atto non c'è comunque alcun richiamo rispetto
alla non realizzazione dell'opera", sottolineando anche
l'importanza di "ascoltare sempre i cittadini per poi decidere
con scienza e coscienza".
I commissari della minoranza non hanno mancato di sottolineare
la "crisi della maggioranza visibile anche attraverso questo
atto", annunciando anche che, se la risoluzione approderà
nuovamente in Aula, verranno presentati emendamenti conseguenti
ad alcune novità rappresentate dal direttore Nodessi. Il vice
presidente Vincenzo Bianconi, che ha coordinato la riunione da
Palazzo Cesaroni (il presidente Mancini ha partecipato in
videoconferenza), ha sottolineato l'importanza di "ascoltare, in
maniera approfondita e legittima, tutti i portatori di diritti e
di interessi per dare un contributo alla realizzazione di
un'opera importantissima per l'Umbria. Se il documento verrà
troppo alleggerito perderà la sua natura basata soprattutto sul
confronto con il territorio".
Il dispositivo originario della Proposta di risoluzione -
continua il comunicato - mira ad impegnare la Giunta regionale:
"ad assicurare che i cittadini dei Comuni di Perugia e Torgiano,
oltre alle Istituzioni pubbliche, siano protagonisti di una
partecipazione diffusa sin dalle prime fasi, considerando che
sono aperte tutte le alternative per individuare la soluzione
socialmente più accettabile in grado di incidere in misura
rilevante sulla vita degli abitanti del territorio interessato
dall'intervento infrastrutturale; ad approfondire la
distribuzione dei costi sociali ed ambientali derivanti
dall'opera, che gravano in larga misura sulle comunità locali di
due Comuni e dell'eventuale squilibrio fra vantaggi e svantaggi,
con riguardo sia ai soggetti ai quali imporre maggiori sacrifici
sia ai criteri utilizzabili per compiere tale scelta; ad
assumere un fattivo coordinamento della gestione ambientale,
anche alla luce di un sistema del paese molto frammentato tra
competenze nazionali, regionali e comunali, in modo tale da
organizzare modalità condivise ed omogenee nelle valutazioni
ambientali; a realizzare una 'Carta di intenti' ispirata ad un
vero principio di sussidiarietà orizzontale con lo scopo di
ampliare il confronto tra Istituzioni e amministrati per la
individuazione e localizzazione della soluzione migliore,
accrescendone la trasparenza e il grado di accettazione sociale.
Tale 'Carta' su una decisione così importante, avente un impatto
notevole sugli interessi e sulla quotidianità delle collettività
locali, sovverte una concezione unilaterale e a volte impositiva
delle scelte pubbliche sulle cosiddette grandi opere; a
raccogliere i risultati del confronto pubblico in una relazione
finale da trasmettere come Dossier conclusivo del progetto
all'attenzione della Seconda Commissione consiliare e di
riferire alla Conferenza dei servizi gli esiti, in
considerazione del fatto che diversamente le collettività locali
non sarebbero coinvolte nelle scelte pubbliche".
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