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Rinnovabili: mozione De Luca (M5s) su nuovo piano energetico

Rinnovabili: mozione De Luca (M5s) su nuovo piano energetico

"Per combattere disuguaglianze e affrontare la sfida climatica"

PERUGIA, 26 gennaio 2022, 18:21

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Energie rinnovabili e impianti fotovoltaici per l'autoconsumo: il Movimento 5 Stelle ha depositato oggi in Consiglio regionale la mozione per aggiornare il regolamento regionale di riferimento e favorire l'indipendenza energetica dell'Umbria, dopo le varie segnalazioni e suggerimenti raccolti da parte di cittadini e associazioni anche nel corso dell'approfondimento settimanale 'Dalla parte dell'Umbria' trasmesso in streaming": lo comunica il consigliere regionale del Movimento 5 stelle, Thomas De Luca.
    "Nel corso della diretta - riferisce De Luca, in una nota della Regione - sono intervenuti, tra gli altri, il senatore Gianni Girotto presidente commissione attività produttive Senato, Andrea Liberati ex consigliere regionale del M5s Umbria, Rodolfo Rughi, consigliere comunale di Gubbio, Maurizio Zara, presidente regionale Legambiente e Valentino Filippetti sindaco di Parrano, piccolo comune dell'Umbria tra i pochi esempi in Italia di comunità energetica".
    "La mozione per l'Umbria comunità energetica libera e pulita - spiega- chiede un aggiornamento del regolamento regionale che esclude la possibilità di installare impianti solari termici e fotovoltaici per l'autoconsumo sugli edifici nei centri che rivestono valore storico e culturale, eliminando il divieto a priori e sottoponendo invece a valutazione paesaggistica prescrittiva e non ostativa gli interventi previsti. Come sottolineato nel corso della diretta dal senatore Girotto, promotore dell'iniziativa delle comunità energetiche che sconta ancora troppi ostacoli a livello burocratico, il problema principale risiede nella mancanza di conoscenza di una legge uscita a inizio della pandemia e quindi in un momento di particolare criticità, che non ha favorito la sua diffusione di massa. Si tratta però di una soluzione strutturale che può abbassare il costo dell'energia, aiutare chi è in difficoltà e combattere le disuguaglianze, oltre ai chiari benefici a livello ambientale grazie all'utilizzo di fonti rinnovabili rispetto alle fonti fossili o nucleari".
    "Cosa fanno i Comuni e le Regioni - prosegue - per incentivare l'implementazione e la messa a sistema degli impianti ad energia rinnovabile? Ancora troppo poco. Al contrario si continua a parlare di nucleare, in realtà una gigantesca arma di distrazione di massa. L'indipendenza energetica dell'Umbria viene di fatto ostacolata da una burocrazia farraginosa che blocca lo sviluppo delle rinnovabili favorendo finte soluzioni.
    Ostacoli che stanno mettendo a rischio il raggiungimento degli obiettivi europei climatici: riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e copertura da rinnovabili del 72% per la parte elettrica. Impianti compatibili e alternativi all'ipotesi del nucleare esistono seguendo regole precise che tutelino paesaggio e ambiente: dall'agrivoltaico, alla copertura di discariche e cave, fino al fotovoltaico galleggiante su bacini d'acqua e canali artificiali. Ma mancano le regole per aprire il mercato alle fonti rinnovabili. Sul tema idroelettrico la Regione deve intervenire per non depauperare un patrimonio inestimabile rappresentato da uno dei più grandi impianti di derivazione che ci sono nel nostro Paese. Allo stesso modo, l'idrogeno può essere il combustibile del futuro, ma la proposta del Movimento 5 Stelle è che venga prodotto anch'esso con energia rinnovabile e verde".
    "Su tutti questi temi, la mozione del M5s - afferma a ncora il consigliere - chiede un approfondimento e un aggiornamento dell'attuale regolamento regionale. Le soluzioni intelligenti per inserire le fonti rinnovabili anche in contesti storici ci sono, vincoli troppo bruschi servono solo per impedirle. Dei 92 comuni umbri, almeno 60 sono perfetti per dare vita a comunità energetiche anche attraverso le risorse del Pnrr. Se gli enti comunali non sono pronti perché oberati dal lavoro ordinario, la Regione deve dargli una mano".
   

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