Cambiare la narrativa di Venezia,
sia al suo interno che verso l'esterno, passando dal racconto di
una città a rischio a quello di una città che può e deve essere
laboratorio capace di identificare iniziative anche replicabili
legate dal filo rosso della sostenibilità; è questo il punto di
partenza per lavorare fattivamente al futuro di Venezia. E'
quanto emerso dal laboratorio di incontri promossi dai Comitati
Privati Internazionali per la Salvaguardia di Venezia su
iniziativa di Federica Olivares, Socia onoraria dei Comitati,
sostenuto da lei e da Simon Mordant e condotti da alcuni dei
maggiori esperti internazionali di trasformazione urbana.
Il progetto di analisi e confronto è nato in seno ai Comitati
Privati con l'obiettivo di formulare una piattaforma di idee
attuabili e utili alla creazione di scenari sostenibili per "i
futuri" di Venezia basati sulla cultura e la presenza dei
giovani e si è configurato come un intenso seminario i cui
risultati potranno essere tradotti in iniziative anche dei
singoli Comitati che vogliano indirizzare la propria azione
secondo questa prospettiva, accompagnandola all'azione di
salvaguardia materiale che li caratterizza.
Da questi incontri è emersa una forte visione condivisa delle
sfide più rilevanti per Venezia, così riassumibili: trattenere
la popolazione e farla crescere; diversificare l'economia;
trovare urgenti soluzioni per la sostenibilità ambientale, il
costo della vita, l'overtourism. Tutti gli interlocutori hanno
sottolineato anche i grandi punti di forza di Venezia: il suo
patrimonio culturale, la sua storia, l'arte, la bellezza, la
qualità della vita in una città che si percorre a piedi,
antesignana della città dei 15 minuti, una città sull'acqua con
comunità molto dinamiche.
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