"Molto spesso - ha spiegato Cinzia Pagni, presidente di Ases, organizzazione no profit di riferimento di Cia - nelle aree rurali dove la connettività non arriva, dove l'informazione è molto frammentata, opportunità come queste, che significano ristrutturazione delle proprie case ma anche riscatto sociale e dignità, non arrivano. Quindi vogliamo ripartire dalle aree rurali che sono più lontane e più disagiate, dove la povertà aumenta del 1% ogni anno, e quest'anno ancora di più con il lockdown. Anche nel nostro paese purtroppo le famiglie colpite da povertà assoluta aumentano ogni anno di più: quindi noi agricoltori che lavoriamo la terra, stiamo a contatto con la stagionalità e andiamo per piccoli passi, siamo accanto alle comunità rurali, e partiamo dalla Toscana".
Cia e Ases hanno fatto il punto sui primi risultati del progetto, sostenuto da Enea ed Enel, in un incontro a Firenze nell'ambito della quarta edizione del Festival dello Sviluppo sostenibile organizzato dall'Asvis. "Chiediamo alle autorità ed ai decisori politici di accendere il faro sulle necessità e sulle potenzialità delle aree interne d'Italia rispetto ad un progetto di sviluppo nazionale", ha affermato Dino Scanavino, presidente di Cia, chiedendo di "far entrare nel Recovery Plan italiano investimenti dedicati proprio all'ammodernamento delle infrastrutture fisiche e digitali" delle aree rurali italiane.
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