Lo studio condotto da Trade Lab evidenzia che nel 2021 il consumo di cibi e bevande registrerà un fatturato di 66 miliardi di euro, in crescita del 22% rispetto al 2020 che aveva chiuso con 54 miliardi, ma ancora inferiore di 19 miliardi rispetto al 2019. Proprio rispetto al livello pre-pandemia, le prestazioni migliori arrivano dal comparto vini e spiriti che segnano un 11% e -5% rispetto al 2019, mentre il consumo generale food and beverage fuori casa si attesta al -23%.
Con il progredire delle riaperture è ripartito, ovviamente, anche il consumo fuori casa di vini e spiriti, con il trend che segna un +156% del secondo semestre 2021 sul primo (230 milioni di consumazioni contro 90 milioni) e del +106% terzo semestre sul secondo (480 milioni di consumazioni contro 230 milioni).
Guardando nel dettaglio, con il progredire delle aperture vi è stata una crescita del consumo di cocktail e liquori, passati dal 33% della quota mercato di vini e spirits al 46% dal primo al terzo semestre.
Le consumazioni fuori casa si differenziano con il 41% del mercato che riguarda i vini, il 29% i cocktail e gli spiriti lisci, il 15% le bollicine e il 14% amari e liquori dolci.
Osservando, invece, le aree geografiche, si evidenzia come la quota di consumi del vino sia simile in tutta Italia, mentre bollicini e cocktail hanno quote maggiori nel Nord-Est e al Sud e Isole, dove hanno oltre il 50% di quote di mercato gli amari.
Dubbi e incertezze, però, sono state evidenziate dal presidente Federvini Micaela Pallini per i risultati di fine anno, con la risalita dei contagi e il rischio di nuove chiusure. "Non possiamo ancora valutare gli effetti che potranno avere possibili nuove chiusure nelle prossime settimane, anche se guardiamo con timore al periodo natalizio dovesse esserci una nuova stretta sulla socialità. Attendiamo le decisioni del governo per quel che riguarda il periodo natalizio".
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