(ANSA) - NAPOLI, 19 GIU - Che aspetto avrebbero la Costiera
Amalfitana e la Penisola Sorrentina senza i loro limoneti, o
Ischia senza i suoi vigneti che sovrastano il mare o Procida
senza i suoi giardini con i limoni di pane e le carciofaie o
Capri senza i suoi ulivi e orti storici? Quanto ha pesato nella
diffusione degli incendi sul Vesuvio la mancata manutenzione dei
boschi o l'assenza degli agricoltori? Cosa resterebbe della vita
sociale e delle tradizioni se gli allevatori sparissero dalle
aree impervie di montagna? Sono questi i temi su cui Coldiretti
Campania lancia da Procida, Capitale Italiana della Cultura
2022, il "Manifesto per l'Agricoltura Eroica", chiedendo un
intervento legislativo nazionale e regionale che affronti
l'urgenza di un progetto straordinario per sostenere e tutelare
un'attività umana dall'inestimabile valore ambientale,
paesaggistico e culturale.
La presentazione della proposta al convegno che si è tenuto
nel Belvedere di Terra Murata e che ha visto la presenza dei
vertici nazionali di Coldiretti, il presidente Ettore Prandini e
il segretario generale Vincenzo Gesmundo, insieme col presidente
regionale Gennarino Masiello e col direttore Salvatore Loffreda.
Un'iniziativa voluta insieme col Comune di Procida, con la
partecipazione del sindaco Raimondo Ambrosino e dell'assessore
al Turismo Leonardo Costagliola. Moderati dall'editorialista
Antonio Corbo, sono intervenuti Andrea D'Ambra, presidente di
Coldiretti Napoli e della storica cantina ischitana, Alfonso
Iaccarino, assessore al Turismo del Comune di Sorrento, e Nicola
Caputo, assessore regionale all'Agricoltura. La presentazione
della proposta normativa è stata affidata al giurista Tammaro
Chiacchio, già docente di Diritto Amministrativo Avanzato.
L'agricoltore eroico - si legge nell'introduzione del
Manifesto - è custode di terra, di cibi unici al mondo e di
tradizioni, ma è soprattutto il manutentore di un bene
immateriale di cui beneficiano tutti: la bellezza. Il paesaggio
di luoghi che già la natura ha arricchito senza chiedere nulla
in cambio, è ulteriormente impreziosito da donne e uomini che
compiono azioni faticose e quasi folli, offrendo agli italiani e
ai visitatori di tutto il mondo uno spettacolo gratuito e
inimitabile. Oltre, ovviamente, alla conservazione di profumi e
sapori che non temono falsificazioni, peraltro impossibili.
Un'agricoltura su terreni esigui, che resiste aggrappata alle
piccole isole, su costoni di roccia a picco sul mare o in aree
montane impervie. Un'agricoltura "eroica" per l'impegno, spesso
non remunerativo, che centinaia di uomini e donne contribuiscono
a far vivere senza ricevere alcun sostegno economico.
L'unico riferimento normativo vigente è nel Testo Unico del
Vino, varato nel 2020, che si prende cura della "viticoltura
eroica", tracciandone le caratteristiche legate alle forti
pendenze dei terreni, alla quasi totale assenza di
meccanizzazione, al valore di presidio ambientale e sociale.
Partendo da questi limiti e definendone i valori, Coldiretti
Campania intende porre le basi per un riconoscimento di
straordinarietà ed unicità all'agricoltura eroica e agli
agricoltori eroici, non solo come custodi della biodiversità e
argine al dissesto idrogeologico, ma tutori di un bene comune
universale, che va oltre l'estensione dei terreni e il valore
economico dei prodotti. Parafrasando le parole di Sant'Agostino
- conclude Coldiretti Campania - l'Agricoltura Eroica custodisce
in piccoli spazi la grande bellezza della Campania e
dell'Italia.< (ANSA).