(ANSA) - NAPOLI, 26 GEN - Una lunga odissea per raggiungere
l'Italia. Poi la malattia e la paura di non farcela. Ma anche la
rinascita, grazie al lavoro delle équipes del Policlinico
Universitario Luigi Vanvitelli di Napoli. Quella di Mory,
ivoriano di 35anni, è una storia iniziata a gennaio 2022 e
arrivata al culmine a ridosso dell'Epifania del 2023, dopo un
anno di cure servite a debellare una grave forma di tubercolosi
e un complesso e delicato intervento chirurgico durato più di 12
ore.
"L'uomo è arrivato da noi affetto da un forma diffusa di
tubercolosi polmonare - spiegano i clinici - associata ad un
importante accumulo di pus e ad una gravissima spondilodiscite
dorsale, chiamata Morbo di Pott, che causava una grave
compressione del midollo". A causa della malattia, ad uno stadio
avanzato, Mory non riusciva quasi più a respirare. Gli era
impossibile anche solo stare diritto e camminare a causa
dell'infezione che, dai polmoni, aveva finito col divorare parte
della colonna vertebrale. Il giovane ivoriano che si è
ritrovato ben presto senza lavoro e senza alcun bene. Così, in
breve, per Mory è scattata tra medici e infermieri una vera e
propria gara di solidarietà. Il personale del Policlinico lo ha
idealmente adottato, aiutandolo a rinnovare il permesso di
soggiorno, ma anche comprando a proprie spese pantofole, pigiama
e piccoli beni per le necessità di ogni giorno. Per 12 mesi Mory
è stato sottoposto da parte del team di malattie infettive ad un
trattamento medico. Risolta l'infezione tubercolare è stato poi
ricoverato presso il reparto di Ortopedia e, a ridosso
dell'Epifania, i chirurghi hanno studiato e realizzato un
intervento combinato di chirurgia Ortopedica (realizzato dal
professor Pola) e di Chirurgia toracica (realizzato dal
professor Fiorelli). Ora Mory riesce a respirare normalmente,
può stare diritto in piedi e riesce già a fare i primi passi.
Una rinascita che un anno fa sembrava impossibile. "La
multidisciplinarietà e l'altissima specializzazione che
contraddistingue le nostre unità operative - commenta il
direttore Generale Ferdinando Russo - la capacità di coniugare
al meglio l'anima universitaria a quella clinica, ci consente di
offrire ai nostri utenti un'offerta assistenziale d'eccellenza".
(ANSA).