(ANSA) - PALERMO, 08 GEN - E' uno dei luoghi più belli e
suggestivi della Sicilia, meta ogni anno di migliaia di
visitatori da tutto il mondo tanto da essere stato proposto per
la candidatura a patrimonio mondiale dell'umanità Unesco.
Proprio per questo motivo lo sfregio inferto alla Scala dei
Turchi, la caratteristica scogliera di marna bianca sul litorale
agrigentino, è ancora più odioso. Ignoti vandali si sono
arrampicati sui gradoni di roccia imbrattando di rosso il
promontorio immacolato al confine tra Realmonte e Porto
Empedocle, la Vìgata dei romanzi di Andrea Camilleri.
Sul posto, invece del commissario Montalbano, si sono recati
i carabinieri che hanno avviato immediatamente le indagini per
identificare gli autori dello scempio. Il procuratore di
Agrigento Luigi Patronaggio ha aperto un'inchiesta; il reato
ipotizzato a carico di ignoti è di danneggiamento di beni avente
valore paesaggistico. La Scala dei Turchi è infatti sottoposta a
vincolo paesaggistico.
Il presidente della Regione Nello Musumeci e l'assessore ai
Beni Culturali e all'Identità Siciliana Alberto Samonà parlano
di "un atto di vandalismo vigliacco" e auspicano che i
responsabili di questa "ferita al paesaggio e alla bellezza
della Sicilia" vengano identificati e puniti al più presto. Un
sopralluogo è stato compiuto anche dai tecnici della
Soprintendenza ai Beni culturali di Agrugento, i quali hanno
stabilito che per imbrattare la marna è stata utilizzata polvere
di ossido di ferro. Un materiale che si colora di rosso a
contatto con l'acqua e che dovrebbe essere eliminato facilmente,
come conferma il fatto che le onde del mare hanno già
parzialmente ripulito la zona bassa della scogliera. Questa
circostanza potrebbe avvalorare l'ipotesi di un gesto
dimostrativo, più che la volontà di deturpare irrimediabilmente
uno dei tesori naturalistici della Sicilia, per accendere
nuovamente l'attenzione su una vicenda controversa. La Scala dei
Turchi è stata infatti al centro di un lungo contenzioso
giudiziario, che aveva portato anche al sequestro del sito da
parte della magistratura, tra il Comune di Realmonte e il
proprietario di alcune particelle, Ferdinando Sciabbarrà, come
dimostrano in modo inoppugnabile alcuni documenti catastali che
risalgono addirittura alle metà dell'800.
Sciabbarrà, nonostante una multa di quasi 10mila euro e
un'inchiesta penale nei suoi confronti per occupazione di suolo
demaniale e violazioni in materia di sicurezza e tutela di beni
ambientali, si è visto restituire una parte della scogliera dal
giudice che ha riconosciuto le sue ragioni. Di recente,
attraverso il suo legale, Sciabbarrà si è anche dichiarato
disposto a cedere le particelle di sua proprietà a condizione
che sia istituita una riserva naturale. A questo punto l'ipotesi
più accreditata è che la Scala dei Turchi venga acquisita
definitivamente e interamente al patrimonio della Regione
"impegnata da qualche anno assieme ad altre istituzioni - come
sottolinea il presidente Nello Musumeci -, nella tutela e nella
salvaguardia dell'integrità di questo meraviglioso angolo della
Sicilia". (ANSA).