L'inchiesta della Dda di
Reggio Calabria che ha portato ai dieci arresti di stamattina da
parte della Squadra mobile ha dimostrato anche come alcune delle
persone coinvolte, grazie alla loro appartenenza alle cosche
Rosmini e Zindato e alla consapevolezza di potere essere
destinatari di provvedimenti di custodia cautelare o di misure
di prevenzione personale e patrimoniale, deliberatamente abbiano
attuato un'accurata attività di attribuzione fittizia della
titolarità di attività imprenditoriali al fine di eludere i
controlli delle forze dell'ordine e le disposizioni di legge in
tema di sequestro e confisca di beni.
Per questa ragione, su ordine della Dda di Reggio Calabria,
la Squadra mobile ha eseguito il sequestro preventivo - disposto
dal Gip- di due bar e di un'impresa di pulizia, nel frattempo
divenuti non operativi, riconducibili ad esponenti della cosche
Rosmini e Zindato.
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