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Sanità:studio, costituisce 8,7% Pil e potrebbe apportare 11%

Rapporto Imprenditoria sanitaria Camera commercio Cosenza

(ANSA) - COSENZA, 15 GIU - La sanità rappresenta un bene imprescindibile anche per il suo valore economico: costituisce ben l'8,7% del PIL e potrebbe apportare più dell'11% sia in termini di Pil che di occupazione. E' quanto emerge Primo Rapporto Nazionale sull'imprenditoria sanitaria, realizzato in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, presentato dalla Camera di Commercio di Cosenza alla Camera dei deputati e in collegamento con la sede dell'Ente, insieme al Codice delle Aziende sanitarie locali, curato da Quirino Lorelli.
    La spesa sanitaria italiana, conl'8,7% del Pil, è sostanzialmente in linea con la media Ocse, con un 6,4% di contributo statale, uno 0,2% finanziato con schemi volontari, e un 2,0% supportato con pagamento diretto privato, o out-of-pocket. Tuttavia, l'Italia risulta, nell'ultimo decennio, in posizioni fortemente inferiori in termini di spesa sanitaria pubblica pro capite rispetto alla media Ocse e della maggior parte dei principali paesi europei, un divario che sembra accelerare negli ultimi 4-5 anni di analisi.
    Nel 2019, la spesa sanitaria corrente dell'Italia è stata pari a 154 832 milioni di euro, sostenuta per il 74,1% dal settore pubblico e per la restante parte (25,9%) dal settore privato, a carico prevalentemente dalle famiglie. Nello stesso anno, la spesa sanitaria totale pro-capite è stata pari a 2.568 euro, a fronte di una spesa privata di 664 euro.
    "Il sistema della salute italiano (pubblico e privato), e le sue interazioni con gli altri settori, - è riportato nel documento - costituiscono uno dei principali motori di sviluppo dell'economia del paese. Il valore aggregato totale rappresenta il 2,5% del Pil italiano, mentre in termini di occupazione (872.000 unità) il settore ha impiegato il 3,5% del totale di occupati del Paese. In termini di occupazione, il settore sanitario privato sembra aver avuto, specie nel 2020, una dinamica in controtendenza rispetto agli altri settori economici. Dal punto di vista territoriale, la situazione della Calabria vede una sanità privata capace di generare, nel 2018, valore aggiunto per l'1,3% del totale nazionale (547 milioni di euro), Buona parte del valore aggiunto totale (38,1%) risulta prodotto da unità nella provincia di Cosenza". (ANSA).
   

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