"Non esiste nessun complotto e men
che meno una fantomatica discriminazione". Lo afferma, in una
nota, il Comune di Pescara, a proposito della polemica sulla
mancata concessione della Nave di Cascella per il flash mob di
chiusura della Pride Week dell'Abruzzo, sottolineando che "la
presunta negazione dello spazio della Nave di Cascella non è una
discriminazione o tanto meno una penalizzazione come invece si
cerca di far credere".
"La concessione degli spazi della Madonnina del Porto, quelli
sui quali si staglia il Ponte del Mare che è uno dei simboli di
Pescara, infatti - prosegue Palazzo di Città - non è né un
ripiego né una marginalizzazione, e sarebbe difficile dimostrare
il contrario a chiunque sappia di cosa parla, considerando che
lì sono stati ospitati eventi di alto profilo e di grande
rilievo, ben più di un semplice flash mob".
Il Comune definisce poi "strumentale e di basso profilo voler
a tutti i costi mettere a confronto Abruzzo Pride con la
richiamata manifestazione dello scorso agosto in cui alla Nave
di Cascella non c'era 'il segretario nazionale di un partito'
che 'ha tenuto lì un comizio politico', come si vuol far credere
con allusioni di grana grossa, ma il ministro dell'Interno
allora in carica, con tutto quanto ciò comporta in termini di
ordine pubblico". Il riferimento è all'evento dell'8 agosto
2019, nel corso del quale, da Pescara, Salvini chiese i "pieni
poteri".
Nella nota viene definito "totalmente trasparente"
l'atteggiamento dell'amministrazione, mentre "parlare di
'politica ostile' e addirittura di 'grave errore di valutazione
dell'Amministrazione Comunale', più che manifestazione di
orgoglio lo è di mala fede".
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