Le auto come i batteri: sembrano
essere due mondi lontanissimi, ma un nuovo modello matematico
mostra che hanno molte più cose in comune di quanto pensiamo. I
meccanismi che innescano traffico e ingorghi sulle strade
somigliano, infatti, a quelli che provocano assembramenti di
batteri che si muovono verso una fonte di cibo: i fattori
determinanti sembrano essere in particolare l'elevata densità di
elementi, che siano automobili o microrganismi, e la scarsa
reattività di alcuni guidatori. Ad evidenziarlo è lo studio del
Cnrs, Centro Nazionale per la Ricerca Scientifica francese,
pubblicato sul Journal of Statistical Mechanics Theory and
Experiment. Effettuando simulazioni con valori diversi di
alcuni parametri, come densità e velocità, Alexandre Solon ed
Eric Bertin sono riusciti a capire quali situazioni permettono
al traffico di scorrere regolarmente e quali, invece, lo
congestionano, mettendo in luce anche le diverse tipologie di
ingorghi: grandi e centralizzati, oppure più piccoli e
distribuiti lungo il percorso. "Il modello è unidimensionale -
dice Solon - perché gli elementi possono muoversi solo in una
direzione, come su una strada a senso unico formata da un'unica
corsia". Si tratta quindi, ovviamente, di una situazione
semplificata, ma non così diversa da ciò che accade su molte
strade dove ci si ritrova bloccati nel traffico delle ore di
punta. Tra i fattori che contribuiscono al traffico, c'è al
primo posto l'eccessiva concentrazione di veicoli, che riduce lo
spazio tra un'automobile e l'altra e aumenta la probabilità di
interazione e quindi di rallentamento. Un'altra condizione sono
le frequenti entrate e uscite dal flusso: l'ingresso di veicoli
dalle rampe di accesso o i tentativi di cambiare corsia
aumentano il rischio di ingorghi. Infine, contribuisce anche il
comportamento degli automobilisti: se reagiscono in ritardo alle
variazioni di velocità dei veicoli che li precedono, creano un
effetto a cascata che può portare alla formazione di lunghe
code.
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