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Sistema solare, perse le tracce del misterioso Pianeta 9

Sistema solare, perse le tracce del misterioso Pianeta 9

Nuovi calcoli dicono che non ci sono indizi della sua esistenza

26 giugno 2017, 15:02

Redazione ANSA

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Sistema solare, perse le tracce del misterioso Pianeta 9 (fonte: Mark Garlick, SPL, Getty) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Sistema solare, perse le tracce del misterioso Pianeta 9 (fonte: Mark Garlick, SPL, Getty) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Sistema solare, perse le tracce del misterioso Pianeta 9 (fonte: Mark Garlick, SPL, Getty) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dopo l’entusiasmo dei mesi scorsi, svaniscono gli indizi della possibile esistenza del misterioso Pianeta 9: nuovi calcoli indicano che non ci sono tracce di questo ipotetico pianeta gigante all’estrema periferia del Sistema Solare. Lo studio, coordinato dalla University of Victoria in Canada, ha esaminato quattro piccoli corpi ghiacciati della fascia di Kuiper, una gelida zona oltre l’orbita di Nettuno, che non mostrano nessuna traccia dell’influenza gravitazionale di un corpo celeste nascosto.

I dati sono stati pubblicati sul sito arXiv, in cui gli articoli non sono ancora passati al vaglio della comunità scientifica, e rendono molto improbabile l’ipotesi del Pianeta 9 proposta per la prima volta nel 2014. Gli indizi a favore del pianeta misterioso si basavano sulle osservazioni di sei corpi ghiacciati della fascia di Kuiper, la cui particolare disposizione poteva essere causata dall’influenza gravitazionale di un gigantesco corpo celeste ancora sconosciuto.

I corpi esaminati compiono orbite gigantesche intorno al Sole, larghe almeno 250 unità astronomiche, dove 1 unità astronomica equivale alla distanza tra la Terra e il Sole; ad esempio, Nettuno orbita a circa 30 unità astronomiche. Gli astronomi concordano che le osservazioni su cui si basava l’ipotesi presentavano qualche falla: in alcuni casi hanno dovuto combattere con una ridotta visibilità dovuta al maltempo e con il fatto che la fascia di Kuiper è visibile solo in parte dal nostro pianeta. Questi fattori potrebbero aver portato gli autori degli studi precedenti a vedere una distribuzione particolare degli oggetti celesti anche dove in realtà non c’era.

Il gruppo guidato da Cory Shankman ha usato i telescopi sulla cima del vulcano Mauna Kea, alle Hawaii, gestiti da Canada, Francia e Hawaii, e affermano che per mettere la parola fine alla questione del Pianeta 9 servono le informazioni che potranno dare i futuri telescopi, come il James Webb della Nasa, il cui lancio avverrà nel 2018.

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