Bilancio amaro per lo street food in
Italia che registra perdite di quasi 200 milioni di euro per
l'emergenza sanitaria dovuta al coronavirus e al periodo di
lockdown per una crisi che interessa venticinquemila operatori e
milioni di euro di merce invenduta, prossima alla scadenza. A
lanciare l'allarme e a rilasciare il dato economico è Alfredo
Orofino, imprenditore ed organizzatore del Festival
Internazionale dello Street Food previsto in 100 piazze italiane
con oltre 600 operatori a rotazione. In una nota si spiega che
Orofino, per superare la problematica, "ha mandato una richiesta
alle istituzioni nazionali, regionali e comunali, per
scongiurare la chiusura, domandando di istituire dei contributi
a fondo perduto, per le aziende del settore, così da
permettergli il momentaneo sostentamento per le spese correnti,
l'azzeramento degli oneri fiscali per l'anno in corso e la
semplificazione burocratica". Viene segnalato inoltre che è
stato messo a punto un piano operativo ed organizzativo per
permettere agli operatori di lavorare, rispettando tutte le
misure di sicurezza per prevenire ulteriori danni. Il progetto,
da inserire nella Fase 2, è l' "International Street Food Take
Away". L'iniziativa, da considerare come mercato temporaneo sul
cibo di strada e non come evento, prevede una durata da 7 ai 10
giorni strutturata in una o più aree delle città, delimitata e
ben definita con una partecipazione degli operatori tra sette e
dieci unità (1 per tipologia di cucina). Garantite distanza
sociale e dispositivi di protezione. La proposta prevede che
l'accesso dovrà essere contingentato e non saranno posizionati
tavoli e panche per non creare assembramenti. Commercio take
away e a domicilio.
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