La birra è arrivata a fine 2019 forte di una crescita durata praticamente 10 anni: +35% dal 2009 (17,2 milioni di ettolitri), con il 36,1% dei consumi concentrati nell'Ho.Re.Ca. e una quota del 63% del valore condiviso che fa capo a bar, hotel, ristoranti e pizzerie, in virtù di un notevole valore aggiunto.
Nel 2019 il valore condiviso creato dall'industria della birra in Italia ha sfiorato i 10 miliardi di euro (9.483 milioni di euro, +3% rispetto al 2019). Una cifra che corrisponde a un mezzo punto percentuale (0,53%) del Pil, al 21% del valore del Recovery fund per il biennio 2021-2022 e al 72% del valore alla produzione del settore delle bevande alcoliche.
La birra, secondo il rapporto, non ha portato ricchezza solo a chi la produce, ne hanno beneficiato soprattutto le fasi a valle e a monte della filiera e lo Stato. Distribuzione e vendita hanno fatto la parte del leone (7.388 milioni di euro), mentre la primavera della birra ha portato un buon contributo alle casse dello Stato: 4.552 milioni di euro tra Iva, imposte e contributi sul reddito e sul lavoro, con una crescita del +8% rispetto a 3 anni prima. Ha permesso anche di distribuire 2.698 milioni di euro di salari e di dare lavoro, lungo la filiera, a 108.338 famiglie (con un valore di 31,4 occupati per ogni addetto alla produzione), registrando un aumento del +18% nella capacità di dare occupazione rispetto al 2017.
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