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Obiettivo giovani, insegnare il cibo come valore etico

Obiettivo giovani, insegnare il cibo come valore etico

Non come strumento magico o arma autolesionistica

ROMA, 27 novembre 2015, 09:27

Redazione ANSA

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Obiettivo giovani, insegnare il cibo come valore etico - RIPRODUZIONE RISERVATA

Obiettivo giovani, insegnare il cibo come valore etico - RIPRODUZIONE RISERVATA
Obiettivo giovani, insegnare il cibo come valore etico - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il cibo come qualcosa di 'etico', come connubio con la natura, condivisione e lotta agli sprechi, valore antico ma anche attuale da riscoprire e rivalutare. Non qualcosa "da utilizzare talvolta anche come strumento autolesionistico". Questo il messaggio diretto in primo luogo ai giovani del professor Piernicola Garofalo, presidente della Societa' Italiana di Medicina dell'Adolescenza (Sima), che già in una serie di incontri con i ragazzi organizzati dal ministero della Salute ad Expo ha affrontato questi temi, toccando argomenti di attualità come la filiera corta dei cibi e le 'contaminazioni' con culture e tradizioni diverse. "Il cibo una volta non si sprecava mai, era inteso come un dono, qualcosa che era passato per diverse mani: non era impersonale, anonimo, ma portava ad esempio impressi i volti di chi lo aveva coltivato.

Non parlo di molto tempo fa, ma di qualche generazione fa. L'ho spiegato ai ragazzi e lo hanno compreso. Hanno compreso anche che il cibo va rispettato ed e'condivisione, un collante dello stare insieme" spiega Garofalo. Dall'esperto arriva anche l'invito a considerare con equilibrio il tema delle diete,che suscita interesse tra i giovani,soprattutto le ragazze. "La dieta viene intesa a volte come uno strumento magico, talvolta come luogo desideri ma può trasformarsi in luogo della perdizione" aggiunge Garofalo. "Oggi il cibo lo si usa spesso per farsi male - sottolinea- ma se un particolare regime alimentare viene inteso come un completamento del proprio modo di essere ben venga. La cosa importante e' che il rapporto che stabiliamo col cibo dev'essere liberatorio e non ossessivo". E sulle 'contaminazioni'evidenzia: "La nostra tavola e' ormai multietnica, multiculturale,ma e' importante entrare dentro cibi nuovi,sperimentare percorsi culturali che siano legati a loro".

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