In base all'indagine, spiega una nota, la reazione del mercato sarà diversificata. Mentre nel canale Horeca gli operatori hanno accettato le variazioni, la Gdo oppone maggiori resistenze, anche se non mancano realtà che hanno compreso la situazione. Con un rincaro medio del 10% nei listini delle aziende, nel caso in cui la grande distribuzione voglia mantenere inalterati i margini, questo si tradurrà in un aumento del prezzo finale per il pubblico dal 10 al 30%. Secondo l'osservatorio di The Wine Net, alcune aziende della Gdo stanno già facendo campagne pubblicitarie per rassicurare i consumatori sull'assenza di aumenti, facendo ricadere il mancato profitto solo sulle cantine. Un comportamento giudicato controproducente.
La soluzione corretta, osserva la rete di cooperative, dovrebbe essere la trasparenza verso il cliente finale, all'insegna di una 'economia etica' che ripartisca i disagi su tutti gli attori. La situazione, si osserva ancora, apre una nuova problematica: il posizionamento di alcune denominazioni all'interno del canale distributivo che rischiano di non essere più appetibili per il consumatore. In quest'ottica il rischio è che alcune tipologie di vino divengano più convenienti da vendere come sfuso. Un danno enorme, secondo The Wine Net.
All'estero la situazione si prospetta meno critica per le cantine grazie al comportamento degli importatori che, in gran parte, hanno accettato di ripartire in modo equo i rincari. The Wine Net riunisce le cooperative Cantina Valpolicella Negrar (Veneto), Cantina Pertinace (Piemonte), Cantina Frentana (Abruzzo), Cantina Vignaioli Scansano (Toscana), Cva Canicattì (Sicilia), La Guardiense (Campania), Cantina Colli del Soligo (Veneto).
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