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'Pandemonio' di Sergio Padovani, grandi dipinti a Modena

'Pandemonio' di Sergio Padovani, grandi dipinti a Modena

L'artista torna nella sua città, nel complesso di San Paolo

MODENA, 15 marzo 2024, 11:41

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Un'ampia selezione di dipinti di grandi dimensioni e di recente produzione compone la mostra 'Pandemonio' dell'artista modenese Sergio Padovani, allestita nella chiesa e nella sala delle monache del complesso di San Paolo a Modena dal 16 marzo al 5 maggio. L'esposizione - organizzata dalla Fondazione The Bank, con il patrocinio del Comune di Modena, e curata da Cesare Biasini Selvaggi con Francesca Baboni e Stefano Taddei - presenta una pittura figurativa visionaria che si fonda su composizioni fantastiche quanto allucinate, scene inquietanti, paesaggi incendiati da venature crudeli e qualche pennellata di mélo, tra onirico e mostruoso, delizia e oscenità.
    "Continua l'impegno nel valorizzare un luogo d'arte, riconsegnato alcuni anni fa alla città: il Complesso di San Paolo è ormai un punto fermo nella mappa culturale di Modena", dice l'assessore alla Cultura Andrea Bortolamasi. "È un grande onore ospitare la mostra e i lavori di Sergio Padovani, che torna nella sua città natale, e farlo in collaborazione con importanti istituzioni culturali del nostro paese, in una logica virtuosa che valorizza artisti del territorio". L'esposizione, inaugurata a Roma nelle sale dei Musei di San Salvatore in Lauro, ha visto un forte afflusso di pubblico e contestualmente alla mostra diverse opere di Padovani sono entrate in importanti raccolte d'arte della capitale. Dal 25 aprile l'artista sarà protagonista di una personale alla Galerie Schwab Beaubourg di Parigi.
    "Il sostantivo Pandemonio - racconta Sergio Padovani - si è radicato in me non dal Milton di Paradiso perduto, ma da La franca sostanza del degrado del poeta mantovano Ivano Ferrari.
    La parola 'pandemonio' è saltata fuori come minimo comun denominatore di un universo di immagini narrate, a volte anche crude e difficili da sopportare, che però testimoniavano il momento reale, non solo sociale e politico, ma anche estremamente mio. La mia confusione, il tormento di quei giorni sfocati, la pittura che dirompeva nella mia vita".
   

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